Ticketless – Traditori

cavaglionDopo i fatti di Parigi l’ultimo romanzo di Amos Oz (“Giuda”, Feltrinelli) va ripensato. Manca in questi giorni drammatici una riflessione sull’assenza del Traditore nella cultura islamica. Giuda, appunto, l’eretico, il riformatore, il protestante, lo straniero, Elisha ben Abuyah sono figure senza equivalenti nella cultura islamica. So di inoltrarmi su un terreno delicato, che non è il mio. Ricordo, di avere ascoltato nei seminari bolognesi di Pier C. Bori e poi letto negli interventi di Mohammed Haddad su “Réformes. Comprendre et comparer les religions”, che non mancarono spinte modernistiche all’interno del mondo islamico, all’inizio del Novecento, ma sempre troppo flebili. Quello che aiuterebbe gli islamici moderati a combattere il fondamentalismo è il tradimento costruttivo, la dialettica trasgressore-apostata, che ci ha rivelato Scholem per il misticismo ebraico: colui che superando una soglia si colloca deliberatamente dalla parte dei meno, si isola, prende le distanze. Un Abrabanel palestinese, per restare nel quadro del romanzo di Oz.

Alberto Cavaglion

(21 gennaio 2015)