Passato, presente e futuro
Mi capita spesso di pensare in maniera critica al Giorno della Memoria. Critica non in senso negativo, più che altro cerco di capire la sua reale utilità. I numeri ci dicono che l’interesse che hanno i cittadini per questa ricorrenza sia progressivamente in calo, quasi tutti la considerano “la giornata degli ebrei”, dimenticando i rom, gli omosessuali, gli oppositori politici e tanti altri innocenti uccisi nei campi di sterminio nazisti. Insomma, all’italiano medio queste cerimonie, i documentari e le mostre pare non interessino più. Sono sinceramente convinto della buona fede di chi ha lottato per istituire questo giorno del ricordo, ma purtroppo, secondo me, in molti, troppi lo hanno usato per pulirsi la coscienza, “io oggi non dimentico”, ma domani, smettiamo di ricordare? Ed è su questo che tutti noi dobbiamo interrogarci: qual è il reale significato del giorno della memoria, in che modo – partendo dal ricordo di chi abbiamo perso – possiamo dare un senso al 27 gennaio? La risposta la troviamo nel nostro presente.
Oggi l’antisemitismo, gli atti d’intolleranza e razzismo sono purtroppo all’ordine del giorno. Minacce che arrivano dalle neoformazioni naziste e dal nuovo integralismo islamico. Come si onorano i morti della Shoah? Battendosi per evitare che qualcuno possa riprovarci. Il Giorno della Memoria può rappresentare un punto di partenza, ma tutti devono fare la propria parte, ogni giorno e in ogni luogo per ribadire il diritto di ogni essere umano a vivere la propria fede, la propria sessualità, il proprio orientamento politico in assoluta libertà. Shoah è ricordo del passato, ma dev’essere anche nel nostro presente e nel nostro futuro. Tutti i giorni.
Daniele Regard
(26 gennaio 2015)