Hezbollah attacca Israele, Netanyahu avverte Nasrallah

rassegnaTensione al confine tra Israele e Libano dopo l’attacco lanciato da Hezbollah contro un convoglio dell’Idf e l’uccisione di due soldati (oltre al ferimento di altri sette). Nella risposta all’offensiva del gruppo terroristico alleato di Teheran è rimasto ucciso un casco blu spagnolo. “Le perdite di ieri sono le più gravi inflitte da Hezbollah a Israele sul fronte nord dal conflitto di nove anni fa” spiega Davide Frattini (Corriere). E il premier Benjamin Netanyahu intanto dichiara: “I responsabili pagheranno”.
Sulla Stampa Maurizio Molinari riporta un virgolettato ancora più forte. “Dia un’occhiata a quanto avvenuto quest’estate a Gaza, è quello che sta rischiando” l’avvertimento di Netanyahu a Nasrallah. Mentre il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman chiama Madrid per esprimere “condoglianze” e attribuisce la responsabilità dell’escalation ad Hezbollah: “Sono terroristi, dobbiamo difenderci”.

Sul tema del terrorismo islamico da segnalare la prosecuzione delle indagini su una cellula jihadista attiva a Milano che avrebbe terrorizzato i connazionali residenti nell’hinterland milanese “con agguati a colpi di bastoni e spranghe di ferro, minacce di morte e aggressioni”, per poi far perdere le sue tracce in Siria, al seguito dell’esercito libero in guerra contro il presidente Bashar Al-Assad, “lungo un percorso di progressiva radicalizzazione islamica” (Repubblica). Un video del settembre 2013 in Siria riprende alcuni esponenti della cellula mentre uccidono a raffiche di kalashnikov sette soldati legati e inginocchiati, e con i segni della tortura sul corpo.

Sull’Osservatore Romano si annuncia la prossima proiezione in anteprima in Vaticano del film “Shades of Truth”, pellicola su Pio XII diretta dalla regista Liana Marabini. Realizzato attraverso testimonianze inedite, il film sarebbe determinato “a mostrare l’inconsistenza della leggenda nera sui silenzio di Pio XII di fronte alla tragedia della Shoah”. Secondo Marabini Pacelli è stato “lo Schindler del Vaticano”.

“Ho pensato di essere vittima di uno scherzo, Io, ebreo, nipote di una persona uccisa lì dentro, chiuso e impossibilitato ad andare via. È stato paradossale. Le scuse? Una cantonata”. Così il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici nel commentare – su Repubblica – la singolare vicenda che l’ha visto protagonista ad Auschwitz insieme al suo portavoce, al giornalista David Parenzo e a una troupe del programma Matrix. “Pacifici: io come mio nonno per una notte nel lager”, titola il quotidiano.
Arriva intanto la presa di posizione dell’ambasciata polacca in Italia, che esprime rammarico per l’accaduto ma che al tempo stesso sottolinea come il dovere di assicurare un carattere dignitoso alla commemorazione delle vittime della Shoah unitamente alla particolarità del contesto e della ricorrenza obbligassero le forze dell’ordine “a trattare in maniera non difforme rispetto alle procedure qualsiasi genere di violazione alla dignità di questo luogo e al senso di sicurezza”.

Rispondendo a un lettore del Fatto Quotidiano, Furio Colombo riflette sull’istituzione del Giorno della Memoria e sul suo significato peculiare. “La complicità di un immenso delitto è la colpa non lavabile del fascismo italiano. Ma lo è anche il silenzio e l’opportunismo di tanti italiani autorevoli e ascoltati nel mondo, e della Chiesa, che hanno taciuto. Ecco perché il Parlamento, nell’anno 2000, ha votato all’unanimità l’istituzione di quel ‘Giorno della Memoria’. Perché la Shoah è un delitto immenso. Ma è (anche) – scrive Colombo – un delitto italiano”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(29 gennaio 2015)