Qui Venezia – Ricordando Gino Luzzatto

gino luzzatto“Già una volta l’Italia ha potuto risollevarsi dalle tenebre che erano seguite alla rovina dell’Impero di Roma, ed ha saputo non solo con l’opera dei suoi poeti, dei suoi artisti, dei suoi pensatori, ma anche con l’opera dei suoi mercanti, dei suoi marinai, dei suoi artigiani conquistarsi per tre secoli un nuovo più legittimo primato nel mondo. Ed oggi ancora, dall’abisso in cui siamo precipitati, noi riusciremo a risollevarci, se saremo tutti persuasi che in due campi soprattutto, noi abbiamo ancora una parola da dire: in quelli del lavoro e della cultura”.

Così Marino Cortese, Presidente della Fondazione Querini Stampalia ha voluto ricordare Gino Luzzatto, con una citazione dal discorso del professore per l’inaugurazione dell’anno accademico 1946—1947 dell’Università Ca’ Foscari. Una testimonianza di Cortese resa nel volume “Gino Luzzatto, Presidente della Querini Stampalia (1950-1964)”, Venezia 2015, che la Fondazione ha deciso di pubblicare, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria; intervenuti all’evento anche Giovanni Toniolo dell’Università LUISS di Roma e Paolo Gnignati, presidente della Comunità Ebraica di Venezia.
“Come presidente della Comunità – ha affermato Gnignati – sono chiamato a ricordare la figura di Gino Luzzatto con particolare riguardo al rapporto che ebbe con la Comunità ebraica di cui fu consigliere, sotto la presidenza di Giuseppe Jona e successivamente, dopo la liberazione, vicepresidente dal 1945 al 1964, anno della sua morte. Chi lo ricorda lo descrive come portatore di una forte identità italiana e veneziana, nonché di un’alta coscienza civile e storico-culturale, che si mescolava con una solida base di concretezza e di antiretorica”.

Gino Luzzatto nacque il 9 gennaio 1878 a Padova e prima ancora di terminare il liceo iniziò a frequentare lezioni di economia politica presso la sede universitaria del Bo’, iscrivendosi poi nel 1894 al corso di laurea in Lettere seguendo anche corsi presso altre Facoltà, come quello di Storia del diritto, e laureandosi successivamente in giurisprudenza a Urbino.
Nel 1910 Luzzatto fu nominato straordinario di Storia del commercio presso l’Istituto Superiore di Commercio di Bari, e cominciò a partecipare attivamente dalle pagine de «L’Unità» di Gaetano Salvemini. Le sue critiche riguardavano la politica protezionistica, l’impresa libica e i pericoli dell’irredentismo.

“Nel 1915 a trentasette anni – ha ricordato Giovanni Toniolo – preoccupato per la situazione che si andava prospettando e con la convinzione che fosse necessario fermare «la marcia trionfale del militarismo germanico» Gino Luzzatto si arruolò nell’esercito, passando, con il grado di tenente, tre anni in zona di guerra. Nel 1921 venne trasferito come ordinario di Storia del commercio all’Istituto superiore di studi commerciali di Trieste, dove fu subito nominato Direttore, e l’anno successivo fu chiamato ad insegnare Storia economica nell’Istituto superiore di scienze economiche e sociali di Venezia”.
Nell’ambiente stimolante di Ca’ Foscari, Luzzatto si dedicò con passione all’insegnamento. Di lui Ugo La Malfa ha scritto “insegnava a comprendere e ad amare la lettura e la ricerca storica per comprendere e interpretare il mondo dei nostri giorni”. Congiuntamente a vari colleghi veneziani, Luzzatto firmava nel 1925 il manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce, pubblicato da «Il Mondo» di Giovanni Amendola.
Con la salita al potere del fascismo, Luzzatto si rivolse a tempo pieno alla ricerca d’archivio e all’insegnamento. Verso gli anni ’30, Gino Luzzatto divenne direttore di fatto della «Nuova Rivista Storica». La rivista ospitò in quegli anni storici e studiosi ebrei e non, che si opponevano al regime; essi nascondevano talvolta il loro nome con uno pseudonimo: lo stesso Luzzatto comparve spesso come Giovanni Padovan.
A seguito delle leggi antiebraiche del 1938 Luzzatto fu obbligato a ritirarsi. Impeditagli qualsiasi attività pubblica, si dedicò alla Comunità Ebraica lagunare, insegnando nella scuola della comunità ebraica nella quale confluivano i giovani espulsi dalle scuole statali.

“Nell’impegno verso la Comunità ebraica – ha continuato Gnignati citando Marino Berengo – Luzzatto vedeva, la solidarietà con quanti considerandosi buoni cittadini italiani senza rinunciare all’orgoglio di sentirsi e conservarsi ebrei seppero mantenere di fronte al fascismo un atteggiamento indipendente e dignitoso”.

Con la caduta della dittatura ci fu la piena reintegrazione dei professori che perdettero la cattedra per ragioni politiche e razziali e tra questi lo stesso Luzzatto. Tornato a Venezia nel luglio 1945 dopo il suo esilio forzato a Roma per nascondersi alle persecuzioni, l’ormai sessantasettenne docente venne subito eletto Rettore di Ca’ Foscari, accumulando presto una moltitudine di incarichi sia culturali, come presidente del consiglio d’amministrazione della Fondazione Querini Stampalia, che politici e amministrativi. Fu infatti prima presidente della Commissione d’inchiesta sul caso Vittorio Cini, poi assessore alle finanze della giunta comunale retta dal sindaco Gianquinto.
Membro e socio di varie istituzioni culturali, dall’Ateneo Veneto alla Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, all’Accademia dei Lincei, nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica e Medaglia d’oro dei Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte, Gino Luzzatto si spense a Venezia il 30 marzo 1964. Un uomo dagli alti principi morali e dalla forte indipendenza che, in occasione dell’unanime elezione di Gino Luzzatto a rettore di Ca’ Foscari, il Corriere del Veneto dell’8 luglio 1945 ricorda con queste parole:
“Torna con Gino Luzzatto il maestro, maestro di scienza, di rettitudine, di bontà”.

Michael Calimani

(30 gennaio 2015)