Israele – L’Aliyah dall’Est Europa
Il conflitto in Ucraina torna a far parlare di sé. Nelle ultime 24 ore sono state uccise diciannove persone, di cui quattordici civili. La Nato ha deciso di inviare cinquemila uomini per tamponare la crisi ucraina, che, nel sostanziale silenzio dell’opinione pubblica europea, conta oramai oltre cinquemila vittime. Centinaia di famiglie a causa del conflitto hanno deciso di abbandonare il paese, e tra questi migliaia di ebrei: 5840, per l’esattezza, secondo i dati dell’Agenzia Ebraica relativi agli arrivi in Israele dall’Ucraina nel corso del 2014. Un numero secondo solo a quello francese. E proprio in merito all’aliyah degli ebrei ucraini, diverse organizzazioni israeliane hanno avviato un progetto – aperto a tutto l’ebraismo dell’Est Europa – per assistere i nuovi olim (immigrati in Israele) nel procedimento per accedere alla Legge del ritorno e per registrarsi, una volta in Israele, presso il rabbinato centrale. L’iniziativa, annunciata ieri dal Triguboff Israel Institute of Conversion Policy, è diretta anche ad aiutare coloro che non sono considerati ebrei secondo la Halacha – ha spiegato il direttore del Triguboff Institute Shalom Norman all’agenzia di stampa Jta – ad avviare un processo di preparazione che consenta la loro conversione, mentre sono ancora nei loro paesi d’origine. L’iniziativa, annunciata ieri dal Triguboff Israel Institute of Conversion Policy, è diretta anche ad aiutare coloro che non sono considerati ebrei secondo la Halakha (la legge ebraica) – ha spiegato il direttore del Triguboff Institute Shalom Norman all’agenzia di stampa Jta – ad avviare un processo di preparazione che consenta la loro conversione mentre sono ancora nei loro paesi d’origine. La questione è significativa, spiegano i promotori del progetto (tra cui l’organizzazione religiosa Tzohar di rav David Stav e il movimento Ohr Torah Stone guidata da rav Shlomo Riskin) , in quanto coloro che non sono riconosciuti ebrei dal Gran Rabbinato ad esempio non possono sposarsi in Israele. Secondo quanto affermato dal direttore Triguboff Institute, un terzo di tutti gli immigrati in Israele dall’Ex Unione Sovietica nell’ultimo decennio sono considerati halakhicamente ebrei. E nel 2015 sono previsti dall’Ucraina e dalla Russia 20mila nuovi olim.
Secondo quanto affermato dal direttore Triguboff Institute, un terzo di tutti gli immigrati in Israele dall’Ex Unione Sovietica nell’ultimo decennio sono considerati halakhicamente ebrei. Nel 2015 sono previsti dall’Ucraina e dalla Russia 20mila nuovi olim, la cifra più alta dal 2001. E il 2015, come ricorda un lungo approfondimento di Haaretz, segna anche il 25 anno dall’arrivo in Israele della grande ondata di immigrati dai paesi dell’ex Unione Sovietica: un milione di persone che ha modificato profondamente la società israeliana. “I pochi anni, Israele ha dovuto assorbire il 20 per cento della sua popolazione – spiega alla giornalista Judy Maltz, Natan Sharansky, ex dissidente sovietico, presidente dell’Agenzia Ebraica nonché simbolo a livello internazionale della lotta per i diritti umani – Non c’è nessun altro esempio al mondo di un’integrazione così riuscita”.
(5 febbraio 2015)