La Rete Nera, non solo sul web

rassegnaI 134mila che su facebook si autodefiniscono “Gruppo Fascista per la rinascita d’Italia” e la cui linea politica è sintetizzata da una citazione di Mussolini, non sono soli: i social network sono solo la punta visibile di un mondo in cui i Camerati Italiani sono amici dei Fascisti del Terzo Millennio, insieme alla Falange Nera oppure al Socialismo Mussoliniano e molti altri. Carmine Saviano, su La Repubblica, racconta come alla domanda su perché sia consentita la pubblicazione di contenuti che potrebbero prefigurare l’apologia di fascismo un portavoce di Facebook Italia risponda: “Siamo impegnati a mantenere il giusto equilibrio tra libertà di espressione e tutela della sicurezza e dei diritti delle persone. Non consentiamo, infatti, la pubblicazione di contenuti violenti, che incitano all’odio o comunque contrari agli standard della nostra community”. L’estensione della “Rete Nera” è difficilmente misurabile – in “Web Nero”, ricerca di Manuela Caiani e Linda Parenti pubblicata nel 2013 da Il Mulino – ne vengono analizzati un centinaio, i principali. Ma sono molte di più le associazioni, riviste, piccole case editrici, nuclei di skinheads che declinano la loro ideologia in quei territori dove il disagio sociale è assoluto. “Se ci si sposta poi sul terreno dei blog, dei forum, dei negozi online nei quali è possibile acquistare ogni tipo di feticcio fascista, il numero diventa vago ma sale in maniera esponenziale. Tutto ‘liquido’, naturalmente, con pagine e contenuti che appaiono e scompaiono.”, continua l’articolo, che cita le parole di Carlo Blengino, avvocato ed esperto di rapporto fra diritto e internet: “Ci si trova al confine tra il libero pensiero e parole che possono diventare armi pericolose”, ma quel confine appare spesso ampiamente superato e lo stesso avvocato parla di comportamenti che “un domani possono tornare a essere realmente pericolosi”.
Marketing nero. Le parole di un gestore del luna park di Milano, mostrano come il successo di Mussolini sia alto anche fuori dal web: tra i premi di un gioco per bambini c’è anche una serie di magliette nere con primo piano del Duce e scritte inequivocabili. La spiegazione? “Io tengo ciò che piace. È questione di marketing” e pare che le magliette, disponibili in tutte le taglie, siano molto apprezzate soprattutto dalle mamme e dalle ragazze. Tra l’indifferenza di turisti, famiglie, adolescenti, con un venditore di palloncini che commenta: “Se la polizia non dice niente, che problema c’è?”.
L’autoannientamento degli ebrei. Ripreso da diversi quotidiani, il testo di Donatella Di Cesare uscito su La Lettura ha preceduto un articolo uscito oggi sul Corriere, in cui l’autrice spiega come “L’uscita dei Quaderni neri segna nel confronto con il pensiero del filosofo tedesco una svolta la cui portata e i cui esiti non possono oggi essere previsti. Tanto più che la pubblicazione è ancora in corso”. Si tratta di testi di cui Heidegger aveva progettato la pubblicazione, testi strettamente connessi con la sua opera, che non sarà possibile ignorare. Nell’ultimo Quaderno pubblicato – non ancora uscito in Italia – Heidegger vede nello sterminio un autoannientamento degli ebrei: “Solo quando quel che è essenzialmente ‘ebraico’, in senso metafisico, lotta contro quel che è ebraico, viene raggiunto il culmine dell’autoannientamento nella storia”, scrive.
Continua Di Cesare: “Se oggi possiamo leggere i Quaderni neri è grazie anzitutto al lavoro editoriale di Peter Trawny e alle sue riflessioni contenute nel volume ‘Heidegger und der Mythos der jüdischen Weltverschwörung’ (Heidegger e il mito del complotto ebraico), che sta per essere pubblicato nella terza edizione.” E in un recente convegno tenutosi a Parigi è emersa l’esigenza di proseguire la discussione critica senza cadere in preclusioni o chiusure affrettate, mentre la filosofia tedesca è ancora profondamente segnata dalla rimozione del nazismo e poco disposta a parlare apertamente di Auschwitz e della “questione ebraica”.
E Adinolfi, sul Messaggero, scrive che “Finora Heidegger era stato attaccato per il suo silenzio sull’immane genocidio: ora siamo messi di fronte alle sue parole, e non è più possibile parlare di debolezze morali, di errori, pavidità o altro.” e sottolinea come l’antisemitismo del filosofo di Messkirch e la sua adesione al nazismo non possano essere considerati semplici accidenti.
Comandante Max, grazie. È il dorso romano del Corriere a ricordare già nel titolo come Massimo Rendina, partigiano, storico e giornalista sia stato un “Simbolo di Libertà” e cita la dichiarazione del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Rendina ha incarnato i più alti valori della democrazia italiana trasmettendo in ogni suo intervento il significato più profondo delle scelte che furono intraprese per affrancare il paese dal giogo nazifascista e riconquistare libertà e diritti a lungo negati.” ha dichiarato Renzo Gattegna, spiegando come la sua testimonianza e il suo incrollabile impegno a servizio della collettività non saranno dimenticati. Anche il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici ha sottolineato come sia grazie a uomini come lui che “oggi siamo italiani liberi”.
I danni del nazismo. Alexis Tsipras nel suo discorso programmatico chiede riparazioni di guerra: “La Grecia ha un obbligo morale davanti al nostro popolo, alla storia, a tutti gli europei che hanno combattuto e dato la loro vita contro il nazismo. Il nostro obbligo storico è reclamare il prestito e le riparazioni per l’occupazione tedesca” (QN)
Moovit! Non è un’esortazione, ma una nuova app che sta rivoluzionando il mercato del trasporto pubblico locale, in particolare in Italia, dove copre – per ora – 23 cità e ha già raccolto quasi un milione e mezzo di utilizzatori, in poco più di un anno. Come Racconta Elena Comelli sul Corriere Economia, l’app israeliana risulta più aggiornata delle app ufficiali delle società dei trasporti, “È sufficiente per muoversi a proprio agio in mezzo mondo, da Tel Aviv dov’è nata a New York, Londra o Parigi” ed è presente in quindici milioni di smartphone fra Europa, Asia e Stati Uniti.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(9 febbraio 2015)