Dopo Parigi e Copenhagen

alfredo caroHo letto sul Pagine Ebraiche 24 le riflessioni dei giornalisti, ebrei e non, espresse dopo i fatti di Parigi e Copenhagen;. Valide senza dubbio, ma alle quali vorrei aggiungere una considerazione che in tutti manca e alla quale, in un mio recente scritto, ho fatto riferimento, concludendo quell’articolo.
“…L’antisemitismo, vecchio e nuovo, dopo gli studi storici pionieristici della Arendt, da attribuirsi ai sistemi politici totalitari, pur in essi prevalente…, vegeta e si sviluppa anche in quelli democratici, sistemi democratici che, per le modalità odierne dello sviluppo capitalistico, sono portati, come linee di tendenza, verso forme degenerative della vita politica…degenerazioni che sempre più universalmente determinano non solo la vita degli individui, ma anche quella degli Stati, resi da quel sistema economico, meno liberi e sovrani”. E senza fare riferimento a considerazioni economiche, Nathania Zevi giustamente riconosce che i primi ad essere colpiti sono i gruppi di minoranza. Sarebbe utile – a favore della vita degli ebrei europei – che questo fra noi gli ebrei capissero per operare di conseguenza.

Alfredo Caro

(17 febbraio 2015)