L’Aliyah della paura

roberto jonaLa reazione del primo ministro Netanyahu alla tragedia di Copenhagen (l’invito agli Ebrei Europei a fare l’Alyah) ha destato scalpore e promosso discussioni senza fine: il rabbino di Copenaghen Yair Melchior all’indomani del terribile attacco ha affermato “Il terrorismo non è una ragione per trasferirsi in Israele”. Purtroppo temo che il Rav Melchior abbia torto. Già la prima volta, sotto il Faraone “che non aveva conosciuto Giuseppe” (Es.1:8), gli ebrei salirono verso la Terra Promessa perché in esilio erano maltrattati e perseguitati. Finché le cose andavano bene (per la bellezza di 400 anni !) nessuno si sognava di fare l’Aliah. Ma quando si elevò sull’Egitto questo nuovo Re, perseguitò gli Ebrei e questi “gemevano per il lungo servaggio implorando l’aiuto del Signore” (Es.2:23) Ed il Signore disse: “ ho accolto il loro grido…..Voglio quindi scendere a salvarli dalla mano degli Egiziani, traendoli da quel paese per farli salire ad una terra fertile e spaziosa stillante latte e miele….” (Es.,3:8). Già allora quindi la motivazione dell’ Aliah era la persecuzione.
Non basterebbero le pagine di questo giornale per descrivere la successiva storia delle fughe con le quali gli Ebrei si sottraevano alle persecuzioni, illudendosi, nella nuova patria (non essendo più disponibile la Terra d’ Israele) di aver trovato la pace. D’altra parte è un classico ben noto che Teodoro Herzl elaborò  la teoria del Sionismo sotto la spinta e come reazione a un indegno atto persecutorio contro un ebreo (Dreyfuss) riconosciuto innocente dopo anni di inenarrabili sofferenze. Posso capire l’imbarazzo di un dirigente comunitario, che ha frequenti rapporti con le autorità politiche e statali del paese, ad avallare l’affermazione di Netanyahu, ma la realtà purtroppo non bada alla diplomazia.
Ricordo che al 17° convegno della Federazione  Sionistica Italiana, della quale ero vicepresidente, tenutosi l’ 8 dicembre 1974 a Livorno, lanciai l’allarme sulla pericolosità degli opposti estremismi (estrema sinistra filopalestinese ed estrema destra nostalgica del nazifascismo) e auspicai come soluzione l’ Aliah. Fui seccamente redarguito dal Presidente dell’ Unione delle Comunità che respinse sdegnosamente l’ idea dell’ “Aliah della paura” (esattamente come Rav Melchior di Copenhagen): purtroppo i fatti mi hanno dato ragione. Sono trascorsi 40 anni… inutilmente!

Roberto Jona

(17 febbraio 2015)