Libia, l’Italia chiede “una soluzione politica”

rassegna“Occorre un salto di qualità nei negoziati fra le fazioni in Libia: se non si arriva alla formazione di un vero governo di unità nazionale non può decollare una missione dell’Onu”. Questa la linea del governo italiano, concordata tra il primo ministro Renzi e i ministri Alfano e Gentiloni e ribadita dalla dichiarazione congiunta diffusa insieme a Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti in cui si sottolinea “l’impellente necessità di una soluzione politica”.
“Libia, la diplomazia unica strada” titola il Corriere.

Sicurezza nazionale, varato un nuovo piano. Religiosi, in particolare ebrei, soprattutto giornalisti, sotto tutela. Uso di voli di Stato per fare volare personalità che devono essere maggiormente tutelate. Riutilizzo di 4800 militari in operazioni di controllo del territorio, 600 solo per Expo 2015. Sono le linee guida del piano di sicurezza nazionale varato ieri dal Viminale. “Dalle coste libiche partono verso l’Italia migliaia di stranieri, l’eventualità che questo traffico migratorio possa essere gestito dagli uomini del Califfato sarebbe una catastrofe, senza contare che terroristi dell’Is possono mischiarsi fra i migranti e approdare in Italia. Questi – si legge su Repubblica – sono i motivi per cui il livello di allarme, già alto dopo Charlie Hebdo, è stato ulteriormente innalzato”.

Rav Melchior: “Gli ebrei danesi non se ne vanno”
. “È impensabile che uno si debba trasferire in Israele per paura. Nessuno ha il diritto di dirci e decidere dove dobbiamo andare: e mi riferisco ovviamente ai terroristi. Se decidi di ritornare in Israele deve essere per motivi religiosi, per il sionismo. Come hanno fatto per esempio i miei genitori. Sono tornati guidati dalla passione, dalla fede, dall’amore. Non per paura”. È quanto afferma il rabbino capo di Danimarca Jair Melchior in una intervista a Repubblica. A proposito dell’appello rivolto agli ebrei d’Europa dal primo ministro Benjamin Netanyahu Melchior rileva: “In un momento come questo, non mi è sembrato un appello opportuno”.
Sul Giornale il demografo Sergio Della Pergola analizza intanto i flussi migratori dall’Europa verso Israele e si chiede: “Dove va l’Europa? Se crescerà e si integrerà, gli ebrei resteranno. Ma se l’Ue fallisce e si spacca, oppure se si arriva a un’islamizzazione furibonda, allora non ci sarà più spazio per gli ebrei. A oggi la risposta non è molto chiara”.

Houllebecq a Ballarò: “Non è finita”. “Per me l’attacco a Charlie Hebdo è stato uno choc, ma era un obiettivo dichiarato, purtroppo però ci saranno altre ferite. Non è che l’inizio, penso che i jihadisti non si fermeranno”. Parola di Michel Houllebecq, intervenuto ieri in esclusiva a Ballarò. “In alcune zone di Francia è pericoloso essere ebrei. Non nelle campagne, ma in alcune zone delle città è meglio non uscire con la kippah” afferma lo scrittore, citato dal Corriere.

Himmler testimonial, succede a Cosenza. Clamoroso sfondone del sindaco di Cosenza, che utilizza come testimonial di un depliant il criminale nazista Heinrich Himmler, promotore nel 1937 di una serie di scavi (rivelatisi infruttuosi) per portare alla luce il tesoro di Alarico, il re dei Visigoti che secondo la leggenda sarebbe stato sepolto in Calabria assieme ai suoi beni. A scriverne è Gian Antonio Stella sul Corriere.

L’estrema destra in Campidoglio. Blitz neofascista per protestare contro il nuovo logo adottato dall’amministrazione cittadina. Nel repertorio degli aderenti al ‘Fronte della gioventù’ anche un vistoso saluto romano collettivo. Gli autori sono stati tutti identificati. “Ad intervenire per fermare la protesta commessi e vigili urbani”, scrive il Messaggero.

Sacchi e i “ragazzi di colore”. Coro di reazioni sdegnate all’intervento di Arrigo Sacchi, l’ex tecnico della Nazionale che aveva parlato di troppi “ragazzi di colore” nelle squadre giovanili italiane. Una nota di biasimo anche dal governo con la ferma condanna del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio (Corriere dello Sport, tra gli altri)

Verità per Nisman. Sul Fatto Quotidiano una riflessione di Furio Colombo attorno ai tanti misteri che ancora aleggiano attorno alla morte del procuratore argentino Alberto Nisman.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(18 febbraio 2015)