Qui Milano – Agire contro l’odio

tempio maggiore milano arbib“Sta diventando purtroppo una triste abitudine vedersi per questi motivi in sinagoga”. Le parole dolorose e amare di rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, hanno aperto ieri l’incontro di preghiera al Tempio di via Guastalla dedicato a Dan Uzan, il sorvegliante ucciso sabato notte davanti alla sinagoga centrale di Copenhagen da un fondamentalista islamico. Ancora fresche nella memoria le immagini della strage nel supermarket casher di Parigi di gennaio così come quelle del sanguinoso attentato a una sinagoga di Gerusalemme a dicembre. Anche in quelle occasioni la Comunità ebraica milanese si era riunita per condividere il dolore. E ora Copenhagen.
“È una situazione che ci turba e preoccupa”, ha affermato rav Arbib in apertura, sottolineando la necessità di sensibilizzare il mondo circostante di fronte alla minaccia “dell’antigiudaismo e antiebraismo”. “Non dobbiamo nasconderci ma è innegabile come sia necessario fare attenzione”, l’invito del presidente della Kehillah di Milano Walker Meghnagi, che ha ribadito come la Comunità ebraica sia impegnata, con la collaborazione delle autorità, a mantenere alta la sicurezza. Punto, quest’ultimo, su cui si è soffermato anche il rav: “Colgo l’occasione per ringraziare tutti i volontari così come le forze dell’ordine per il loro lavoro nel garantire la sicurezza di tutti noi”.
Bisogna fare chiarezza, ha affermato il rav, rispetto al riaffermarsi di fenomeni di antigiudaismo e antiebraismo così come all’inaccettabile demonizzazione di Israele. Nei confronti di quest’ultimo rav Arbib ha richiamato le dure parole di rav Giuseppe Laras, espresse recentemente in occasione del Giorno della Memoria, in cui denunciava il radicarsi dell’israelofobia: “antisemitismo, antisionismo, israelofobia: si tratta di una nuova miscela esplosiva, di nuove sinonimie”, aveva detto rav Laras, presidente del Tribunale rabbinico del Centro Nord Italia, sottolineando che “È questa, purtroppo, un’amarissima verità della storia contemporanea degli ebrei di Europa. E una nuova tenebra sta sorgendo. Occorre che, con urgenza, si esca dall’ambiguità. Chi non è disposto a declinare l’indignazione postuma per l’assassinio sistematico di sei milioni di ebrei settanta anni fa in un’azione e un impegno contemporanei a favore degli ebrei viventi oggi, tanto in Diaspora che in Israele, – la denuncia di Laras – è meglio che stia a casa e non prenda parte alle iniziative per la Giornata della Memoria”. “Ricordare significa ricordare oggi, ora, qui”, ha ribadito ieri Arbib, sottolineando come la Memoria debba essere anche un impegno a tutelare oggi la minoranza ebraica che, come dimostra l’ultimo sanguinoso capitolo di Copenhagen, deve essere difesa.
In memoria di Dan Uzan si è svolto ieri anche un incontro alla scuola ebraica di Milano, a cui hanno presenziato il presidente della Comunità Walker Meghnagi, il consigliere Simone Mortara e rav David Sciunnach. Un momento dedicato a tutti i volontari impegnati nella sicurezza della Keillah per ringraziarli del loro impegno al servizio della Comunità. Uzan è stato assassinato proprio mentre svolgeva il servizio di sicurezza davanti al centro comunitario di Copenhagen, mentre all’interno si festeggiava un Bat Mitvah.

d.r.

(18 febbraio 2015)