…equivoci
A margine delle parole ambigue (poi rettificate goffamente) pronunciate dal presidente del Consiglio Rappresentativo degli ebrei di Francia (CRIF) che parevano sdoganare il Fronte Nazionale di Marine Le Pen, il Jewish Chronicle ci informa che nelle elezioni del 2017 al momento si prevede che almeno il 14% degli ebrei francesi voterà proprio quel partito. Non ho motivi per dubitarne, come non dubito che una certa percentuale di ebrei in Italia non avrà remore a votare per la Lega di Matteo Salvini che fa dell’anti-islamismo la medesima bandiera di lotta politica utilizzata dalla Le Pen. Naturalmente tutto ciò deve interrogarci. La signora Le Pen da diversi anni sta portando avanti una campagna che mira a ripulire l’immagine pubblica del suo movimento, esprimendo aperte dichiarazioni filo-israeliane associandole alla classica campagna anti-islamica e in difesa dei “valori” della Francia. Si tratta di una strada populista piuttosto classica, che nel mondo transalpino affonda le sue origini nel boulangismo di fine Ottocento. Con la differenza che all’epoca invece di prendersela con gli islamici se la prendevano con gli ebrei (e con gli immigrati italiani). Sappiamo – allora – come andò a finire. Dopo la crisi dell’affaire Dreyfus in Francia presero forza movimenti conservatori che mantennero una loro presa importante su parte del paese, fino a costituire dopo il 1940 il nerbo amministrativo (antisemita e fascista) della repubblica di Vichy. Su questa storia gli ebrei francesi, gli ebrei europei, e anche qualche anima bella del governo israeliano, farebbero bene a riflettere in profondità. Non si può infatti scambiare l’anti-islamismo populista per filosemitismo, e non si può non guardare in maniera allarmante alle proposte di provvedimenti repressivi che si avanzano con il pretesto di arginare l’incombente minaccia del terrore islamista. Certo che questa minaccia esiste, e che spesso e volentieri va a colpire sinagoghe, cimiteri ebraici e negozi o ristoranti casher. Ed è certo che tutto ciò va combattuto con decisione. Ma va fatta chiarezza sui due equivoci di fondo che dominano certe derive politiche: 1) l’islamismo fondamentalista non è l’Islam (anzi, la grande maggioranza delle vittime del fondamentalismo sono proprio musulmane). 2) L’anti-islamismo è utilizzato come grimaldello dalla destra populista al solo scopo di guadagnare consensi politici trasversali, per praticare poi un governo che – viste le sue profonde radici storiche – sarà fatalmente autoritario, oppressivo delle libertà fondamentali, conservatore e magari alla lunga pure antisemita. Tutto ciò lo si può leggere già nel programma del Front National che, per esempio, vuole introdurre il principio che “la Repubblica non riconosce alcuna comunità”, vuole introdurre il divieto in pubblico di “portare il velo e tutti gli altri segni di ostentazione” (anche la kippà quindi…), vuole mettere in discussione gli accordi di Schengen (libertà di circolazione in Europa), abolire lo jus soli e aggiungere tutta un’altra lunga serie di provvedimenti liberticidi e di chiusura.
Gadi Luzzatto Voghera, storico
(27 febbraio 2015)