Ticketless – Lezione prima
In questo periodo trascorro molte ore a riordinare vecchi libri. Un esercizio, che un tempo facevo frequentemente. Come ginnastica aiuta, ma talora deprime, perché smaschera il rincretinimento senile (scopri di aver comprato un libro che possedevi già, di averne prestato un secondo, ma non ti ricordi a chi, di aver dimenticato di citarne un terzo in un lavoro che da quella citazione avrebbe tratto giovamento e così via).
Ieri è finito sotto i miei occhi increduli un libretto in uso negli asili israelitici ancora alla vigilia del 1938.
In altre comunità non so, in Piemonte aveva ottima circolazione perché fatto bene; ancora oggi secondo me potrebbe venire utile nelle scuole ebraiche. Rivela il desiderio di riappropriarsi della lingua quando ci si rende conto di essere sul punto di perderla. In venti lezioni, con l’aiuto di un vocabolarietto in appendice, arrivi a decifrare un Salmo. Provare per credere. Mi ha colpito la pagina uno, la Lezione Prima. Una specie di Bereshit linguistico. C’è sempre un momento nella vita in cui si desidera ricominciare da capo.
Alberto Cavaglion
(4 marzo 2015)