Qui Milano – Un giardino simbolo di libertà
“Oggi onoriamo persone innamorate, perché avevano amore e passione per la
giustizia e la democrazia”. Così il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha aperto questa mattina la cerimonia di inaugurazione dei cippi e dei nuovi alberi piantati all’interno del Giardino dei Giusti di tutto il mondo sul Monte Stella nel capoluogo lombardo dall’organizzazione Gariwo – il Giardino dei Giusti, per celebrare la terza Giornata Europea dei Giusti la cui istituzione è stata proposta dall’organizzazione. Ghayath Mattar, pacifista ucciso in Siria nel 2011 che offriva fiori ai soldati in segno di dialogo, e Rocco Chinnici, il magistrato promotore del primo pool antimafia del Tribunale di Palermo ucciso nel 1983, il cui ricordo è stato portato dai due figli Caterina e Giovanni. Sono solo due dei nomi delle persone ricordate in questo 6 marzo con un nuovo albero piantato nel Giardino. “Il sole di questa mattina ci manda il messaggio che ce la possiamo fare sempre, e che siamo sempre arbitri del nostro destino”, ha sottolineato Gabriele Nissim, presidente di Gariwo. “Ieri e oggi, i Giusti sempre necessari” il tema di quest’anno, “un appello affinché, dopo gli attacchi terroristici che hanno colpito ebrei, arabi, cristiani, da Parigi a Copenaghen, dall’Iraq alla Libia alla Siria, siano ricordate tutte quelle figure morali che con coraggio cercano di salvare vite e di difendere la dignità umana”, come spiega l’organizzazione. Fra gli altri anche Razan Zaitouneh, avvocatessa siriana attivista dei diritti civili rapita nel 2013 vicino a Damasco da gruppi estremisti jihadisti, a testimoniare la cui storia era presente la sorella maggiore. Pietro Kuciukian, Console onorario d’Armenia, ha raccontato invece la storia dell’uomo che salvò suo padre, Mehmet Gelal Bey, turco Ottomano sindaco di Aleppo oppostosi alle direttive del suo governo durante il genocidio armeno del 1915, di cui ricorre il centesimo anniversario. “Ricordare i turchi che salvarono gli armeni e quelli che oggi con coraggio si battono contro il negazionismo è di urgente attualità, perché la memoria rimossa di quel genocidio ha impedito che in quelle stesse terre dove si è compiuto il primo sterminio del ‘900 si creassero degli antidoti morali ai nuovi atti di barbarie a cui assistiamo purtroppo in questi giorni”, ha sottolineato Nissim. Un albero e un cippo sono stati dedicati anche agli uomini della Guardia Costiera: “In questa crisi internazionale i nuovi Giusti sono anche coloro che si prodigano nel Mediterraneo per soccorrere i migranti in fuga da fame e persecuzioni”. Toccante anche la testimonianza di Alganesh Fessaha, attivista umanitaria italoeritrea, che ha rischiato la vita per soccorrere i perseguitati in Africa e ha aiutato i migranti e i loro familiari a Lampedusa dopo il tragico naufragio del 2013. Tra il folto pubblico composto da moltissimi studenti liceali, presenti anche il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, il Consigliere UCEI Giorgio Mortara e la Consigliera della Comunità Ebraica di Milano Claudia Terracina.
Francesca Matalon
(6 marzo 2015)