Italia e Israele insieme per l’arte
“Siamo soddisfattissimi, in primo luogo per la grande quantità di pubblico presente in sala, un risultato importante al di là di quello dell’asta, che ci riempie di gioia”. Questa la prima considerazione di Giorgia Calò, curatrice della mostra [Se-gni], esposta alla Galleria Riccardo Crespi di Milano e composta da opere d’arte donate da artisti italiani e israeliani, e ieri sera protagonista di un’asta al teatro Franco Parenti, per sostenere la causa della Fondazione Italia Israele per la cultura e le arti. Nata nel 2012 su iniziativa dei governi di Roma e Gerusalemme, la Fondazione si propone di costruire e rafforzare i legami tra i due paesi e di combattere pregiudizi e intolleranze. “È convinzione della Fondazione, e di chi l’ha promossa e se ne occupa – ha spiegato il presidente Piergaetano Marchetti ‐ che la conoscenza, la collaborazione, il dialogo e il confronto nel campo delle arti e della cultura siano un presidio fondamentale per la comprensione reciproca tra popoli, religioni, civiltà. In un momento in cui si moltiplicano i segni del ritorno di odiose e, purtroppo, sanguinose, intolleranze, la missione della Fondazione è fondamentale”. Valori di grande importanza anche per l’ambasciatore israeliano in Italia Naor Gilon, che ha portato i suoi saluti all’asta, condotta dal battitore Jacopo Antolini per la casa d’aste Pandolfini.
A dare il proprio contributo trentasei artisti, tra cui Alfredo Pirri, Menashe Kadishman, Tsibi Geva, Pietro Ruffo, e Ron Gilad, a cui si aggiunge il progetto ExLibris di David Palterer, che vede il coinvolgimento di autori israeliani come A. B. Yehoshua e Amos Oz. “Abbiamo venduto quasi tutte le opere, anche con grandi rilanci”, ha detto la vicepresidente dell’IIFCA Anita Friedman. “La Fondazione – aggiunge – che è stata fondata ed è sostenuta dai Ministeri degli Affari Esteri di entrambi i Paesi, diventa conosciuta. Siamo commossi, e ora continueremo con i nostri nuovi progetti”.
“Questa raccolta fondi è stata come un salto nel buio, non sapevamo quale sarebbe stata la reazione del pubblico”, ha sottolineato Calò. Ma la presenza di più di trecento persone nel teatro, e il sostegno espresso dai discorsi delle personalità intervenute, tra cui anche Vincenzo Trione, curatore del Padiglione Italia alla 56esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, ha confermato il grande valore della missione della Fondazione. “Un risultato e una stima – conclude Calò – che ci riempiono di orgoglio”.
Francesca Matalon
(11 marzo 2015)