Israele si prepara a votare
Tra quarantotto ore gli israeliani andranno al voto e molti quotidiani italiani analizzano le imminenti elezioni della Knesset attraverso il volto dei protagonisti di quest’ultima campagna elettorale. Davide Frattini sul Corriere della Sera racconta di un Benjamin Netanyahu in difficoltà, criticato da ex vertici militari del paese, indietro nei sondaggi rispetto al rivale laburista Isaac Herzog – alleato con Tzipi Livni – e con un partito, il Likud, in cui la sua leadership comincia ad essere messa in discussione. Eppure, come sottolineano Avvenire e Fatto Quotidiano, Netanyahu continua ad essere l’uomo forte della politica israeliana e potrebbe essere l’unico a poter ottenere alla Knesset la maggioranza, raccogliendo attorno a sé una coalizione formata dai vari partiti di destra. Una maggioranza che il laburista Herzog – che Avvenire descrive come “l’uomo qualunque che può conquistare Israele” – rischia, nonostante la conquista di un numero maggiore di seggi rispetto al Likud, di non riuscire a trovare e così, secondo Libero, si potrebbe profilare un governo di unità nazionale: Herzog assieme a Netanyahu. La Casa Bianca, dopo i contrasti con l’attuale premier israeliano, non si espone ma tifa Herzog e in ogni caso, come ha dichiarato il segretario di Stato John Kerry, auspicano che il prossimo governo riprenda le trattative di pace con i palestinesi.
Israele e il fattore economia sul voto. Per Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore, gli elettori israeliani martedì si presenteranno alle urne “pensando all’economia” più che alla questione palestinese. E così potrebbero arrivare sorprese soprattutto grazie alla novità del partito Kulanu, guidato dall’ex likud Moshe Kahlon e il cui programma elettorale è fortemente improntato alle questioni economiche e a risolvere il problema dell’alto costo della vita. Kahlon potrebbe essere la prossima “star” della politica israeliana, scrive il Fatto Quotidiano, che pone l’accento anche sull’unione dei partiti arabi e il loro leader Ayman Odeh: quest’ultimo potrebbe raccogliere 13 seggi grazie al voto degli arabi israeliani – che sono il 20 per cento della popolazione israeliana – e potrebbe diventare l’ago della bilancia per i laburisti e la loro possibilità di formare un governo. “Il problema è che la lista araba unita è antisionista – scrive il Fatto – Chi si azzarderebbe a formare una coalizione di governo con essa?”.
Un boomerang elettorale per Lieberman. Per il Corriere, il leader dell’ultradestra israeliana Avigdor Lieberman potrebbe rischiare di non entrare alla Knesset a causa di una legge che lui stesso ha voluto: la riforma del sistema elettorale con l’innalzamento della soglia di sbarramento dal 2 al 3,25 per cento, da superare per poter essere eletti al parlamento. Ora Lieberman, in forte calo nei sondaggi, potrebbe non superare quella soglia, rimanendo così fuori dalla Knesset.
Tolosa riconosce il “bimbo-boia” dell’Isis. “Gli amici lo hanno incrociato per caso su You-Tube, dentro a un video di dieci minuti che ha fatto il giro del mondo. Ryan, 12 anni, è il nuovo bimbo-boia dell’Isis che compie l’esecuzione di Mohammed Musallam, un araboisraeliano, presunta spia del Mossad. È lui che spara alla testa all’ostaggio, e lo colpisce di nuovo quando è a terra”. Così Repubblica racconta la scioccante scoperta da parte di alcuni alunni di Tolosa, secondo cui il bambino del terribile video pubblicato pochi giorni fa dall’Isis sarebbe un loro compagno. Le autorità francesi per ora non commentano mentre avevano confermato l’identità di un altro uomo presente nel citato video: Satiri Essid, fratellastro di Mohammed Merah, il terrorista che assassinò nel 2012 quattro persone, di cui tre bambini, all’uscita della scuola ebraica di Tolosa. Essid, come racconta il Fatto, nonostante fosse sorvegliato dai servizi segreti francesi è riuscito comunque a raggiungere la Siria. Su Repubblica, invece, l’intervista alla famiglia della vittima dell’uomo giustiziato dal piccolo Ryan, Mohammed Musallam di Gerusalemme Est: illuso e deluso dal Califfato aveva cercato di fuggire ma i suoi ex compagni lo catturano e, scoperto il passaporto israeliano, ne comandano l’esecuzione.
Copenhagen, proteggere la sinagoga. “Oltre mille persone – musulmani, cristiani ed ebrei – hanno formato ieri una catena umana di solidarietà attorno alla sinagoga di Copenaghen dove il mese scorso fu uccisa una guardia di sicurezza nell’ambito di un attentato terroristico” (Avvenire).
Biennale democrazia. Passaggi, sarà il titolo della prossima edizione della manifestazione torinese Biennale Democrazia. Ne parla su La Stampa l’ideatore, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky: “il termine ‘passaggi’ allude a un tempo di incertezza, il passaggio tipico è quello del mar Rosso da parte degli ebrei – afferma Zagrebelsky – Noi, come gli ebrei allora, non sappiamo a cosa andiamo incontro; abbiamo la sensazione di non esser più quello che eravamo prima, ma non sappiamo cosa troveremo. In questa traversata, come gli ebrei nel mar Rosso, rimpiangeremo le cipolle del Faraone. Ma dovremo andare avanti”.
Parmigiano casher. Sul Sole 24 Ore Davide Paolini racconta la decisione dell’azienda Bertinelli di Medesano (Parma) di aprire la propria produzione di Parmigiano Reggiano al mercato casher americano e israeliano. A dare la propria certificazione la Ou – Orthodox Union e la Ok Kosher Certification.
Bergoglio e il Giubileo. Papa Bergoglio ha annunciato un Gibileo straordinario per dicembre 2015 e Roma si prepara a quello che sarà un evento imponente. Sul Corriere e Repubblica, tra gli altri, le reazioni della politica: “una sfida per Roma e per tutto il paese”, ha dichiarato il sindaco della Capitale Ignazio Marino; per il ministro Dario Franceschini, “un’opportunità assieme a Expo Milano per il paese di attirare milioni di turisti”. Un miliardo la cifra stimata per organizzare l’evento che vorrebbe essere low cost (Repubblica Roma) e a cui si candidano in molti per l’organizzazione (affidata a monsignor Rino Fisichella, Fatto Quotidiano). Del Giubileo e della “missione di Bergoglio” parla in toni entusiastici anche Eugenio Scalfari su Repubblica.
Lia Van Leer (1924-2015). Su Avvenire il ricordo di Lia Van Leer, “la gran dama del cinema israeliano che ha fatto conoscere e apprezzare nello Stato ebraico il meglio del cinema europeo, arabo e asiatico”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(15 marzo 2015)