Melamed – Tre anni di rassegna stampa
E una nuova iniziativa

Schermata 2015-03-15 alle 15.36.29Melamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Oggi insieme al numero 156 della selezione della rassegna la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri.
Grazie a tutti i colleghi, e in particolare grazie a Ada Treves cui il progetto è affidato, per questo traguardo raggiunto e per la professionalità e la generosità che segna ogni passo del loro straordinario lavoro.

gv

melamed selezione settimanale
6-12 marzo 2015

Si è concretizzata la promessa fatta dal sindaco di New York durante la campagna elettorale: dall’anno prossimo – come ha raccontato La Stampa il 6 marzo – e scuole della città saranno chiuse per le feste musulmane. I giorni di vacanze scolastiche comprendevano sino ad ora le principali feste cristiane ed ebraiche ed ora, per equità e rispetto, verranno incluse Eid al-Ahda e Eid al-Fitr, la fine del Ramadan. In previsione si aggiungerà anche il capodanno lunare, per rispondere alle sollecitazioni della comunità cinese. È previsto per il 2020 il giorno in cui, nelle scuole americane, i bambini bianchi non saranno più la maggioranza: si tratta di dati pubblicati dal Census Bureau, ripresi sempre da La Stampa il 7 marzo. In Italia invece secondo Luigi Berlinguer, ex ministro della Pubblica Istruzione, “abbiamo ancora tanto da imparare. Dobbiamo ancora capire la differenza che c’è tra laicità e iperlaicismo”. In una intervista uscita il 6 marzo vengono discussi alcuni ricorsi al Tar, relativi a benedizioni pasquali in orario scolastico e ai menù scolastici (QN, 6 marzo).
A Londra, alla School of Oriental and African Studies, una consultazione di qualche giorno addietro ha confermato come l’antisemitismo nella multiculturale società britannica sia in crescita: su circa mille e ottocento ragazzi che hanno votato il 75 per cento ha scelto di tagliare i rapporti con Israele, una decisione condivisa del 60 per cento degli accademici e dal 91 per cento degli altri dipendenti del college. Delle ottomila persona che frequentano il college in realtà a votare sono state poco più di duemila, ma è un segnale che segue la dichiarazione rilasciata dalla presidente della Jewish Society dell’università che aveva dichiarato al Jerusalem Post che “È necessario muoversi in gruppo perché girare da soli nel campus inizia a diventare pericoloso”. La situazione è stata raccontata dal Foglio e dal Corriere e Pier luigi Battista, sempre sul corriere, l’ha definita “Una schifezza antisemita che dovrebbe sollecitare una mobilitazione di chi lavora nelle università europee”. E il New York Times, trattando lo stesso problema relativamente alle università americane, ha titolato “Debate Over Treatment of Jews Is Amplified on Many Campuses”. Parallelamente, sempre sul New York Times, un articolo dell’8 marzo racconta l’esperienza di un’adolescente musulmana, divisa fra le aspettative dei suoi due mondi, scuola e famiglia.
In una scuola del trevigiano, intanto, le due prime elementari del prossimo anno scolastico sono state composte in maniera particolare: in una saranno quasi tutti stranieri, e nell’altra tutti italiani (Corriere del Veneto, 8 marzo). Simmetricamente l’Orchestra Giovanile Pepita, formata da cinquanta elementi fra gli 8 e i 19 anni usa la musica come strumento di socializzazione e prevenzione, in un progetto pensato per i minori presi in carico dai servizi sociali. (Corriere Milano). A Trieste si infiamma la polemica sul “gioco del rispetto”, un’iniziativa che il giornale della Diocesi definisce “Un tentativo occultato ma evidente di introdurre l’ideologia del gender” mentre i bimbi dell’asilo si stanno divertendo un mondo a travestirsi e a scambiare i ruoli dei genitori, con la mamma disegnata con una chiave inglese in mano e papà mentre stira una camicia. Un’attività, si legge nella documentazione che accompagna l’iniziativa, che “Propone un cambiamento di atteggiamenti sul tema del genere e delle pari opportunità, persuasi che il cambiamento culturale avviene con a formazione delle nuove generazioni.” (Repubblica, 10 marzo) Lo stesso giorno il Giornale titola: “Asili da scandalo – Progetti per le materne a Trieste. La follia dei giochi gender, bimbi travestiti da bimbe” e Libero commenta “Lo scambio dei vestiti è una stupidaggine degna di adulti che, come al solito, scaricano sui piccoli le loro fisime”. L’esperimento di Trieste arriva in Parlamento, con il centrodestra unito che chiede l’intervento del ministro e scatena una tempesta di interrogazioni parlamentari.
Nel Salento è in corso uno scontro tra il comitato di cittadini che si battono per impedire la costruzione dell’università islamica a Lecce e chi invece vorrebbe portare avanti il progetto. Nel Salento – come spiega Il Tempo, sul giornale uscito il 12 marzo – la comunità islamica conta 20mila persone, e l’università conterrebbe anche una moschea.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(15 marzo 2015)