…vincere

Alle prime luci dell’alba sembra (l’ipotetico è d’obbligo) che Bibi sia riuscito nella sua grande rimonta, dopo che gli ultimi sondaggi lo davano perdente contro la coalizione guidata da Herzog e Livni.
Vincente contro tutti e a discapito di tutti: contro il centro-sinistra israeliano, contro il Presidente Rivlin, che, rebus sic stantibus, dovrà rinunciare al suo progetto di governo di unità nazionale; contro l’Amministrazione Obama, contro la Comunità internazionale e la sua decisione di riconoscere uno Stato Palestinese all’ONU, contro ogni ipotesi di progetto di pace con i palestinesi.
Insomma, super-Bibi contro tutti; talmente ‘contro’ da risultare solo, in compagnia di una destra ultranazionalista e religiosa, vista con molto sospetto dal resto del mondo occidentale.
E bisogna ammettere che i precedenti non inducono a pensare a clamorosi colpi di scena del tipo Sharon o Begin; Netanyahu si è dimostrato tanto un grande tattico, quanto una persona priva di progettualità politica. Ancora avvolti in una nube di incertezza, una cosa la possiamo già registrare: anche la democrazia israeliana, come tutte le altre, sta imbarbarendo la prassi elettorale, con violazioni del silenzio elettorale, toni sempre più estremi e propagandistici, delegittimazione totale dell’avversario. Di solito, non sono buoni sintomi.

Davide Assael, ricercatore

(18 marzo 2015)