Guardare le parole, le figure non servono

Schermata 03-2457112 alle 13.11.53 La storia è semplice. La copertina, rigorosamente in bianco e nero, scandisce solo cinque parole e niente di più: The Book With No Pictures. I caratteri, laccati e in rilievo fanno brillare il nero inchiostro in campo bianco. Il nome dell’autore B.J. Novak se ne sta in un angolino, in una righetta blu senza pretese. Il risvolto di copertina presenta con scarne parole Novak, Emmy Award per la sceneggiatura della celebre serie NBC The Office, scrittore, attore, regista e produttore, autore di un libro di racconti che ha incantato e trascinato il pubblico americano come One More Thing, Stories and Other Stories. Di lui, si dice infine, da qualche parte esistono alcune immagini.
Ma non in questo libro. Il titolo in effetti non mente, Il libro senza immagini non contiene nemmeno un’immagine, e questa non sarebbe in definitiva un’idea trascendentale se non si trattasse di un libro per bambini piccoli. Cercate pure a lungo, e potrete constatare che l’intera produzione editoriale della letteratura infantile non è nemmeno concepibile senza il supporto di un più o meno felice apparato iconografico. Ci sono libri, così come ci sono programmi televisivi, che attorno alla disponibilità di specifiche immagini vengono costruiti da zero. Questo sta qua per dimostrarci la scomoda idea opposta. Se vogliamo valorizzare agli occhi dei più giovani, il valore del libro e della lettura, bastano le parole, evitiamo di condire le pagine dei giovanissimi con la sovrabbondanza delle immagini. Sono le parole, molto più delle immagini, ad avere forza, a trascinare la fantasia. E la parola stampata deve riprendersi il suo spazio.
Per questo Novak ha voluto un libro destinato ad essere letto ad alta voce, ad essere ascoltato, più che ammirato come oggetto, in cui comunque la fisicità deve mantenere il suo spazio. L’estrema cura nella scelta dei caratteri tipografici, le dimensioni, la scansione nella pagina, la scelta dei colori che si alternano e le parole che seguono un proprio percorso vorticoso e anarcoide, si allargano, si fanno piccine fino al minimo sussurro, riprendono fiato fino allo strillo disperato. Leggere vuol dire entrare nel mondo delle idee astratte e imparare a leggere non significa necessariamente o esclusivamente esercitarsi a guardare. Per questo il libro senza immagini è un libro che impone di assumersi dei rischi. Impone le sue regole e non lascia scampo a chi lo prende in mano.
La drammatica avvertenza che appare sulla quarta di copertina assomiglia alle allarmistiche diciture che si trovano sui pacchetti di sigarette. “Attenzione Questo libro sembra serio, ma in effetti è assolutamente esilarante. Se un bambino vi induce a leggere questo libro ad alta voce, non cadete nella trappola, vi sta incastrando. Alla fine sarete costretti a dire stupidaggini e tutti rideranno di voi… E non dite che non vi avevo avvertiti”.
“Questo libro – scrive un lettore alla casa editrice Dial Book – è diventato un incubo, i miei figli mi stanno costringendo a leggerlo loro ad alta voce ogni sera due volte prima di dormire. Sono esausto. Bella trovata, signor Novak”. “L’ho dovuto leggere nove volte nelle scorse 48 ore. I miei figli hanno 4 e 7 anni e credo sia stata una delle esperienze più interessanti e interattive che sia loro capitata in questi ultimi anni”, aggiunge da parte sua una mamma che evidentemente non si lascia incantare dall’interattività plastificata offerta dai giochi elettronici. Sì, certo. si scherza e si ride, ma fino a un certo punto. Perché dalla prima pagina il lettore è effettivamente in trappola: “Ecco – si legge – come funziona questo libro. Tutto quello che dicono le parole, la persona che legge il libro deve dire ad alta voce”.
Una volta accettato di fronte ai propri piccoli ascoltatori l’impegno non è poi tanto facile tirarsi indietro, anche quando le pagine che si susseguono ti costringono a proclamare parole senza capo né coda, a emettere versi imbarazzanti, a cantare a squarciagola senza ritegno. Gli occhi, intanto, non trovano via di fuga. Restano incollati alle parole, cercano ansiosamente dove ci porterà d’imperio la loro composizione. Esilarante per chi ascolta, una dura prova, ma anche un percorso affascinante alle origini della funzione del linguaggio e del mondo delle idee astratte, proprio quel mondo dove abbiamo il dovere di accompagnare i lettori più piccoli, The Book With No Pictures ci libera dai fronzoli e dagli abbagli delle figurine e ci ancora saldamente alle parole. E per questo nel suo spoglio, disarmante, semplice e fecondo percorso, suscita ilarità ed eccitazione ancora e ancora a ogni nuova lettura. Crea una intima e gioiosa esperienza da condividere e introduce i lettori di domani all’idea che regna sovrana dietro ogni creazione intellettuale. La parola scritta è la sola sorgente inesauribile di intelligenza e di incanto.

g.v.

Pagine Ebraiche aprile 2015

(30 marzo 2015)