…terrorismo

Negli anni ’70 l’Italia e l’Europa sprofondano nella buia notte del terrorismo e della lotta armata. Si conclude così un fraintendimento storico assoluto, solo da alcuni denunciato in quegli anni (su tutti Pasolini), che ha confuso un processo di massificazione imperante con i prodromi del Kairòs, il momento culminante che avrebbe dovuto portare alla rivoluzione socialista. La notizia dell’arresto a Venezia di un reclutatore del Fronte Rivoluzionario del Fronte Popolare turco, collegato ai fatti di settimana scorsa, mi ha fatto tornare in mente quel fraintendimento. Mi ha, infatti, stupito la descrizione del personaggio fornita dalla polizia, del tutto sovrapponibile al profilo di un reclutatore jihadista dei giorni nostri. Non vorrei che anche noi ci stessimo confondendo: forse, il nostro non è il tempo dello scontro di civiltà, del grande califfato che rinnova la guerra di secoli addietro con l’Occidente, ma qualcosa di più profondo, che ha a che fare con un processo di atomizzazione sociale in cui i singoli cercano una ricostruzione identitaria legandosi a gruppi estremisti capaci di rinnovare un senso della vita. Il rischio, già denunciato anni fa da autorità competenti, è che, trovato un equilibrio nell’aria islamica, il terrorismo non scompaia, ma cambi solo la targa di appartenenza.

Davide Assael, ricercatore

(8 aprile 2015)