Shabbat 25 aprile
Le notizie che arrivano dall’Anpi sono confortanti, il 25 aprile sarà permesso alla Brigata Ebraica di sfilare vietando agli alleati dei nazisti di portare le loro bandiere. La questione da porsi è se le comunità ebraiche debbano partecipare alle manifestazioni per la concomitanza con lo Shabbat. La risposta è semplice: no, ed è già un problema per l’ebraismo italiano il fatto che in molti si pongano questa domanda. Non c’è alcun dubbio che non esista alcun evento storico e politico il cui ricordo meriti la trasgressione della mitzva fondamentale dell’ebraismo. Siamo ebrei perché rispettiamo lo Shabbat e non perché siamo antifascisti anche se, per un certo ebraismo, manifestare per l’antifascismo sembra essere più importante che venire al Beth haKnesset per pregare di Shabbat. Per questo, per quanto sia sacrosanto che ciascuno scelga sabato 25 aprile se andare in una sinagoga, ad un corteo o ai giardinetti con i nipoti, sarebbe bello e giusto che ci ritrovassimo tutti nelle varie sinagoghe, celebrando magari un Izcor ricordo dei combattenti della Brigata Ebraica. Sarebbe bello per chi ha combattuto per noi e anche per i più piccoli che ancora non sanno cosa sia Brigata Ebraica; pensare che le regole ebraiche possano essere accantonate per il ricordo di un principio nobile, ma politico come l’antifascismo è profondamente sbagliato. Non possiamo permetterci questo errore anche solo per evitare di trasmettere il messaggio che essere antifascisti sia più importante che essere ebrei. Si può e si deve esserlo, ma senza dimenticare prima di tutto di essere ebrei e stabilendo la scala delle priorità. Se non ci ricordiamo di questo, non ha senso ricordare nient’altro.
Daniel Funaro
(9 aprile 2015)