Qui Milano – Il calendario della Memoria

IMG_20150413_150830Interrogarsi sul significato del Giorno della Memoria a distanza di quindici anni dalla sua istituzione nel nostro paese. Analizzare quali dinamiche hanno portato alla sua nascita in Italia e quali scelte sono state invece fatte in altri paesi europei per ricordare la tragedia della Shoah. Cercare di capire quale evoluzione la Memoria avrà all’interno degli Stati dell’Europa e dell’Unione Europea e quali sono le politiche avviate e quali le strade da percorrere. La due giorni di convegno in corso a Milano, promosso dalla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano e dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec), costituiscono un momento importate di riflessione per il presente e il futuro non solo dell’Italia ma anche dei paesi del vecchio continente sul significato della Memoria e della sua evoluzione nel tempo. “Le Giornate della Memoria della Shoah nell’Unione Europea: le sfide della commemorazione nel XXI secolo” il titolo dell’incontro curato da Guri Schwarz, affiancato da Liliana Picciotto, Giovanni Rota, Michele Sarfatti, membri del comitato scientifico. Ad aprire l’importante incontro milanese – sostenuto dal Centro di Judaica Goren Goldstein dell’Università degli Studi di Milano – le parole tese a sottolineare la necessità di costruire momenti di riflessioni sulla Memoria del presidente del Memoriale della Shoah di Milano Ferruccio De Bortoli, del presidente del Cdec Giorgio Sacerdoti e della sopravvissuta e Testimone Liliana Segre. A seguire la sessione presieduta da Liliana Picciotto e introdotta da Schwarz – che ha dato un affresco della politica europea spiegando perché sia significati attuare una comparazione tra le varie realtà europee rispetto alle iniziative della Memoria – che hanno visto gli interventi di Michele Sarfatti che ha analizzato il percorso italiano per arrivare all’istituzione del Giorno della Memoria in Italia e al dibattito ad esso connesso con il tentativo di alcuni di interpretare la Memoria italiana solo dal punto di vista delle vittime dimenticandosi che l’Italia fascista fu corresponsabile della Shoah; Tal Bruttmann, il cui intervento ha spiegato l’iter francese con le sue contraddizioni per certi versi simili a quelle italiane per quanto riguarda le responsabilità del genocidio ebraico; e David Cesarani, che ha invece dato il quadro del lavoro svolto dalla commissione sulla Shoah promossa dal Primo Ministro britannico David Cameron. Presente in sala il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nonché vicepresidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach.
Oggi invece si è parlato di Memoria greca e macedone, realtà forse meno conosciute al grande pubblico ma segnate in modo profondo dalla storia del nazifascismo, grazie agli interventi di Giorgios Antoniou e Leon Saltiel. La sessione mattutina, moderata da Marco Cuzzi, ha poi visto l’intervento di Eva Kovacs, concentratasi sulla complessa situazione ungherese, che oggi vive un momento di forte tensione vista la presenza in parlamento dello Jobbik, partito di ispirazione antisemita e neonazista.
Protagonisti del pomeriggio Michael Shafir (La Romania: non la migliore ma nemmeno la peggiore), Carla Tonini (19 aprile, Giorno della memoria dell’Olocausto in Polonia. Le ragioni di una scelta), Michael Brenner (Quale giorno è quello giusto? Il ricordo della Shoah in Germania) e Lothar Probst (L’Europeizzazione della commemorazione della Shoah – Un fondamento morale per l’UE?).

d.r.

(14 aprile 2015)