Rivlin incontra i leader cristiani
“Israele difende la vostra libertà”

rivlin e teofilo III“La libertà religiosa è un valore caro allo Stato di Israele come Stato ebraico e democratico. Ribadisco il nostro dovere nel garantire la libertà di culto per tutte le professioni e comunità religiose. Non dobbiamo permettere che si consumino crimini d’odio contro persone o luoghi di culto”. Le parole del presidente israeliano Reuven Rivlin pronunciate durante la storica visita alla Chiesa ortodossa di Gerusalemme, in cui ha incontrato i vertici della Comunità cristiana in Israele. Si tratta infatti della prima visita al luogo da parte di un capo di Stato israeliano da quando vi si recò trent’anni fa il presidente Yitzhak Navon. E la scelta di Rivlin di ribadire in questa occasione l’impegno di Israele a tutelare la libertà religiosa è stata una risposta a episodi di vandalismo avvenuti a Gerusalemme.
Ad accogliere Rivlin ieri, il patriarca greco-ortodosso Teofilo III che ha dichiarato che la connessione tra la Pasqua e Pesach (festività celebrate quasi in contemporanea negli scorsi giorni) è il simbolo “del profondo legame che unisce i figli di Abramo. Ebrei, cristiani e musulmani hanno vissuto qui, fianco a fianco, per secoli, sempre alla ricerca della reciproca della reciproca comprensione, per un condiviso benessere nella regione”. “Nella attuale situazione del Medio Oriente, particolarmente turbolenta – ha continuato la guida della Chiesa ortodossa di Gerusalemme – sappiamo che non c’è miglior alternativa che vivere insieme in una genuina armonia. Vogliamo ringraziarla, signor presidente, per la sua forte presa di posizione contro ogni forma di intolleranza religiosa”. Teofilo III ha voluto in special modo ringraziare Rivlin per il suo puntuale intervento contro alcuni atti di vandalismo che hanno colpito negli scorsi mesi la comunità cristiana e legate al fenomeno che in Israele viene chiamato Tag Mekhir connesso ad alcuni gruppi estremisti e contro cui le autorità sono impegnate in un’azione di contrasto. “Un attacco contro i vostri luoghi santi è come un attacco contro i nostri – ha affermato il presidente israeliano – Viviamo in una realtà complessa dal punto di vista religioso e politico, in particolare a Gerusalemme, il microcosmo del Medio Oriente. È dovere di tutti mantenere un dialogo tra noi corretto e rispettoso”. Nel corso dell’incontro Teofilo III ha regalato a Rivlin una menorah e una copia dell’opera di rav Bahya ibn Paquda Chovot haLevavot, “I doveri dei cuori”.
Nel corso dell’incontro è intervenuto anche il patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal, che ha espresso in passato giudizi molto severi nei confronti di Israele (come ricordava su queste pagine il diplomatico Sergio Minerbi, Twal affermò alcuni anni fa che “Chi non mangia, non si può curare e diventa per necessità terrorista”, in riferimento al terrorismo palestinese). “Preghiamo che durante il suo incarico – ha dichiarato Twal, rivolgendosi a Rivlin – si arrivi alla pace tra i popoli, fondata sulla giustizia, dignità e sicurezza. C’è una grossa minaccia che pende sulle comunità cristiane del Medio Oriente. Ma c’è un imbarazzante silenzio riguardo alle crocifissioni, decapitazioni, lapidazioni, fucilazioni di cristiani di paese in paese”, l’accusa di Twal contro i leader mondiali, che il patriarca latino definisce indifferenti di fronte alle sofferenze del mondo cristiano in Medio Oriente. Mondo cristiano che in Israele, come ribadito da Rivlin, ha invece un luogo sicuro nel terremoto mediorientale dove poter professare la propria fede e in cui lo Stato è impegnato a tutelare la libertà di culto.

Daniel Reichel

(15 aprile 2015)