Expo, La Carta del diritto al cibo

cartadimilano“I popoli, al pari degli individui, possono quello che sanno”. Cita il pedagogista Aristide Gabelli il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina per presentare oggi la Carta di Milano, un documento dedicato al riconoscimento universale del diritto al cibo nonché un fondamento per l’attivazione di una nuova politica a livello globale per rispondere alle problematiche alimentari. “Sentiamo forte la responsabilità di animare un dibattito profondo sui contenuti dirompenti che Expo ci propone – ha dichiarato questa mattina il ministro nel corso della presentazione ufficiale della Carta, a cui chiunque può aderire – Perché ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’ è un titolo importante e la sfida alimentare globale, con le sue contraddizioni e i suoi paradossi, è la madre di tutte le questioni geopolitiche cruciali del nostro tempo. È una sfida di equità e giustizia. Di sovranità”.
Assieme al ministro, a raccontare dall’aula magna dell’università degli Studi di Milano il significato della Carta, tra gli altri il sindaco Giuliano Pisapia, il Commissario unico di Expo Milano 2015 Giuseppe Sala e il presidente del Consiglio di Regione Lombardia Raffele Cattaneo. È stato poi il filosofo Salvatore Veca, Coordinatore scientifico di Laboratorio Expo e curatore della Carta di Milano, a ricordare il percorso che ha portato alla redazione degli articoli del documento che sarà presentato in ottobre alle Nazioni Unite, rappresentate oggi dal relatore speciale ONU sul diritto al cibo Hilal Elver. Tanti i relatori che si sono succeduti, richiamando le responsabilità dell’Italia e dei governi di fronte alla tutela del diritto di tutti i cittadini all’alimentazione, facendo riferimento al concetto di giustizia globale. Si è parlato anche di spreco di acqua e di cibo, che pesa in modo imponente sul futuro della Terra, come ha sottolineato Andrea Segrè dell’università di Bologna, costando nell’economia globale 3mila miliardi di dollari.
E la Carta così come l’Expo di Milano vogliono essere degli spazi per affrontare proprio queste problematiche e trovare nuove risposte. Un’eredità, come è stato richiamato più volte oggi, per le future generazioni con un’importante impronta italiana.

Daniel Reichel

(28 aprile 2015)