Storie – Ebrei e Resistenza

avagSi è parlato molto in questi giorni, e giustamente, della Brigata Ebraica. Ma alla Resistenza parteciparono anche molti ebrei italiani, che anzi furono tra i primi ad arruolarsi nelle bande partigiane, anche in virtù di una presa di distanza anticipata dal fascismo rispetto agli altri connazionali, maturata fin dalle leggi razziste del 1938.
E così già il 9 settembre 1943, all’indomani dell’armistizio, l’ebreo piemontese Emanuele Artom annotava nel suo diario: «La radio tedesca annunzia che verranno a vendicare Mussolini. Così bisogna arruolarsi nelle forze dei partiti e io mi sono già iscritto».
Circa 1.000 ebrei italiani, pari al 4% della popolazione ebraica nel nostro Paese, percentuale superiore a quella totale degli italiani, entrarono nella Resistenza, inquadrati come partigiani. Tra questi, personaggi come Eugenio Curiel, Vittorio Foa, Primo Levi, Pino Levi Cavaglione, Liana Millu, Enzo e Emilio Sereni, Elio Toaff, Umberto Terracini e Leo Valiani.
Per partecipare alla guerra di liberazione, diversi ebrei tornarono appositamente dai luoghi di emigrazione o di rifugio, come Enzo Sereni, poi morto in deportazione, che era in Palestina, e Gianfranco Sarfatti, morto in combattimento, che si trovava in Svizzera.
La militanza nelle file della Resistenza comportò un costo notevole in termini di vite umane. Circa 100 ebrei caddero in combattimento oppure furono arrestati e uccisi nella penisola o in seguito alla deportazione nei lager nazisti. Sette di loro furono insigniti di medaglia d’oro alla memoria: Eugenio Calò, Eugenio Colorni, Eugenio Curiel, Sergio Forti, Mario Jacchia, Rita Rosani e Ildebrando Vivanti.

Mario Avagliano

(28 aprile 2015)