J-Ciak – Meira, che ama Felix
A Montreal nevica, quando Felix incontra Meira in una piccola panetteria kasher. E dolcemente, nel silenzio di quell’inverno gelido, nasce un amore. Banale, parrebbe. Se non fosse che lei – la delicata Hadas Yaron che già avevamo apprezzato in “La sposa promessa” – appartiene alla comunità hassidica, è sposata, ha una bimba piccola e non dovrebbe nemmeno guardarlo negli occhi. E’ la trama di uno dei film più belli della stagione, quel “Felix & Meira”, da poco nelle sale americane, che lo scorso anno aveva spuntato riconoscimenti e ottime critiche al Toronto.
Diretto dal canadese Maxime Giroux, “Felix & Meira” è uno di quei lavori che vanno visti. Come già “La sposa promessa” (2013) diretto dalla regista ortodossa Rama Burshtein e “Fading Gigolo” (2014) di John Turturro, il film porta sullo schermo un mondo realistico, ricostruito fin nei particolari, che non cede mai ai luoghi comuni.
Il regista, che vive nel West End di Montreal, ha raccontato di aver trascorso ore guardandosi attorno e incontrando persone. Per la cura dei dettagli si è però affidato a Luzer Twersky, che nel film è Shulem, il marito di Meira. Nato e cresciuto nella comunità Satmar, che ha lasciato a 23 anni dopo aver divorziato, Twersky ha cercato di riportare in vita sul grande schermo il mondo in cui era cresciuto, con l’aiuto di Melissa Weisz (Ruth) che ha vissuto una vicenda analoga.
“Mi hanno chiesto di aiutare a tradurre la sceneggiatura in yiddish”, ha spiegato Luzer Twersky in un’intervista al New York Times. “Ho trascorso un paio di settimane insieme a Hadas accertandomi che avesse una pronuncia corretta, cosa che di solito è un grosso problema nei film. Ho dato una mano anche con i costumi. Ho fatto arrivare tutti i vestiti della mia vita precedente al costumista di Montreal. Tutti dicono che è uno dei ritratti più accurati del mondo hasidico che siano mai stati realizzati”.
Gli stessi Twersky e Weisz hanno raccontato di essersi sentiti a disagio durante la scena di una cena di Shabbat. Entrambi sapevano benissimo che si trattava di una finzione (di fatto non si stava girando di sabato). Eppure il vero shtreimel, il vero bekeshe (la redingote nera) e il vero brodo di pollo, cospiravano a riportarli indietro di anni, quando recitare di sabato era del tutto fuori discussione.
Alla veridicità del ritratto “Felix & Meira” unisce però l’incanto di una sceneggiatura capace di non scadere mai nella banalità. Felix, scapestrato, abituato a vivere dei soldi del padre e per di più non ebreo, trova nell’incontro con Meira una dimensione diversa e inaspettata. Lei, infelice nella sua vita assieme a Shulem, assieme a Felix scopre il mondo, la felicità di ridere insieme e di tenersi per mano. L’inverno volge al termine. E mentre la primavera è nell’aria, queste tre vite si avviteranno in un’ultima capriola: forse proprio quella che non ci aspettiamo.
Daniela Gross
(30 aprile 2015)