E Parigi dichiara guerra all’odio antisemita
Parigi dichiara guerra all’odio. Il Gran rabbino Korsia, che è stato a fianco dell’esecutivo nell’elaborare un vasto, ambizioso progetto, si dice confortato dai risultati. “Il nostro paese ha riaffermato quanto conti la fratellanza nella Repubblica, ha preso coscienza che dobbiamo lottare contro tutto ciò che ci divide e ci separa. È quello che ho voluto riassumere per la tribuna dell’Assemblée nationale il 13 di gennaio, dicendo semplicemente che gli ebrei francesi non devono più aver paura di essere ebrei”.
È questo uno dei motivi che hanno spinto il primo ministro francese Manuel Valls a presentare ad aprile un piano di lotta contro il razzismo e l’antisemitismo che si articola in quaranta provvedimenti su vari livelli – da quello legislativo a quello educativo, dalla comunicazione alla prevenzione dell’incitamento all’odio sul web – e prevede lo stanziamento da parte dello Stato di 10 milioni di euro in tre anni. La presentazione di tale piano si è svolta a Créteil, cittadina della Val di Marna (nella regione dell’Île-de-France) che a dicembre è stata teatro di un attacco antisemita particolarmente violento. Valls è stato accompagnato da sei membri del governo francese, tra cui il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, e il ministro dell’Educazione nazionale Najat Vallaud-Belkacem per testimoniare l’impegno intrapreso in questo campo. Una delegazione interministeriale guidata da Gilles Clavreul sarà responsabile dell’attuazione delle misure.
Il Piano Valls si articola su vari livelli. Uno dei cambiamenti più importanti avverrà a quello giuridico: l’incitamento all’odio sarà ora sanzionato dal diritto penale e non più come abuso della libertà d’espressione, come aveva auspicato il presidente della Repubblica François Hollande a febbraio, durante un incontro con i rappresentanti del Conseil Représentatif des Institutions Juives de France, dopo aver affermato che la lotta al razzismo e all’antisemitismo dovevano diventare “una grande causa nazionale”. Essi saranno dunque considerati una circostanza aggravante per tutti i reati, e saranno autorizzate azioni collettive. Dal punto di vista della comunicazione, verrà avviata una collaborazione con le associazioni di lotta contro il razzismo, a cui verranno devoluti dei fondi, e a metà 2015 partirà una campagna che il Primo Ministro ha definito “offensiva”, anche sul web. Ed è proprio internet uno dei campi su cui Valls ha voluto porre maggiormente la sua attenzione: sarà creata una unità nazionale di lotta contro il razzismo sul web, che affiancherà la già esistente piattaforma Pharos del Ministero dell’Interno, e inoltre le piattaforme come Facebook che ospitano contenuti esterni saranno tenute ad avvalersi di una rappresentanza giuridica in Francia.
Un grande sforzo verrà poi messo in atto per comprendere l’ampiezza del fenomeno delle azioni razziste e antisemite, attraverso un censimento annuale delle vittime e la pubblicazione annuale delle condanne. “È un fatto incontestabile: il razzismo, l’antisemitismo, l’odio nei confronti dei musulmani, contro gli
stranieri, l’omofobia aumentano in maniera insopportabile nel nostro paese”, ha affermato Manuel Valls. È stato calcolato che nel 2014 gli atti antisemiti sono aumentati del 100 percento. Questa tendenza si è anche fortemente manifestata per quanto riguarda gli atti islamofobici dopo gli attentati di gennaio: l’Osservatorio contro l’islamofobia ha annunciato un aumento di sei volte nel primo trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014. Il Piano Valls agirà dunque anche dal punto di vista della protezione, garantendo tra le altre cose la sicurezza nei luoghi di culto ebraici e musulmani. Ultimo punto, infine, ma non meno importante, quello sull’educazione. Il Piano Valls prevede di investire, oltre che sulla preparazione dei docenti “sui valori della Repubblica e della laicità”, anche sulla formazione di mille ambasciatori per accrescere la vigilanza in campo sportivo. “A ogni tappa del percorso scolastico – ha inoltre annunciato Valls – sarà prevista la visita a un luogo della Memoria”. In merito alle riforme nel campo dell’educazione si è espresso Dominique Sapo, presidente dell’Associazione SOS Racisme: “Bisogna fare attenzione affinché, quando si cercherà di educare la società, non lo si faccia contro i giovani o senza i giovani. Penso che essi siano un elemento fondamentale della mobilitazione della società, e non bisogna dare l’impressione che la risposta passi per una forma di grande rieducazione dei giovani, ma piuttosto sapendo che è fra i giovani stessi che si trova il più grande potenziale in termini di fratellanza e vivere insieme”. Molte in generale le reazioni alla presentazione di questo piano. “Non ho l’abitudine di elogiare il governo, ma per una volta siamo di fronte a una serie di misure che mi sembrano trattare molto seriamente un argomento che per noi è di una gravità estrema”, ha dichiarato il presidente del Conseil Représentatif des Institutions Juives de France Roger Cukierman. “Il razzismo e l’antisemitismo sono temi che interessano il capo del governo della Repubblica in quanto la Repubblica è fondata sull’uguaglianza, è fondata sul vivere insieme, e dunque un ritorno di attenzione dello Stato su questi argomenti è ovviamente benvenuto”, ha inoltre aggiunto Sapo. “Questo piano segna una rottura con i precedenti provvedimenti, nella misura in cui mette insieme diversi ambiti”, ha poi sottolineato Pierre Tartakowsky, presidente Ligue française pour la défense des droits de l’homme et du citoyen (Lega francese per la difesa dei diritti dell’uomo e del cittadino), guar- dando con favore soprattutto alla natura interministeriale della delegazione guidata da Clavreul. C’è una coerenza in tutte queste proposte che per noi non riguardano la politica, o per lo meno riguardano la politica nel senso più nobile del termine”, ha invece dichiarato Alain Jakubowicz, presidente della Ligue internationale contre le racisme et l’antisémitisme (Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo). “La passività è finita, la mancanza di responsabilità è finita, la complicità è finita”, ha sottolineato Valls.
Francesca Matalon
Pagine Ebraiche maggio 2015
(Disegno di Giorgio Albertini)
(1 maggio 2015)