Media, la sfida di parlare chiaro
Nuovi incontri con giornalisti e operatori del mondo dell’informazione al master in Cultura Ebraica e Comunicazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ospite ieri del direttore del dipartimento Informazione e Relazioni Esterne UCEI Emanuele Ascarelli, la giornalista del Corriere della sera Daria Gorodisky.
Nel suo intervento un approfondimento sulle diverse tematiche che ne hanno segnato l’impegno professionale e sulle sfide di un giornalista ebreo a confronto con i fatti della contemporaneità. “Ho sempre paragonato l’antisemitismo alla tbc: molti ne sono portatori sani e conducono una vita salutare, ma se a un certo punto la tubercolosi si attiva, ci si ammala di un morbo che si rivela letale. L’antisemitismo purtoppo è lì, radicato nella società e basta pochissimo per accenderlo. Proprio per questo bisogna essere attenti, specie se si lavora nella stampa. I giornali – ha sottolineato Gorodisky – hanno il dovere di far progredire la società”.
Tra le altre la giornalista ha esposto una sua perplessità: “Quando un giornalista ebreo vuole scrivere di cronache comunitarie gli viene negato perché potrebbe avere un conflitto di interessi. Ma, mi sono sempre chiesta, i vaticanisti non sono forse quasi tutti cattolici?”
(8 maggio 2015)