Israele – La legge di cui ha bisogno Bibi

KNESSET thumbMercoledì dovrebbe essere il giorno in cui Israele conoscerà il volto del suo 34esimo esecutivo. Il Primo ministro Benjamin Netanyahu prima di diramare le sue scelte riguardo agli incarichi di governo attende di sapere se il tetto massimo per la nomina di ministri e viceministri verrà abolito dalla Knesset. “Continuerò a lavorare per allargare il governo”, ha dichiarato oggi Netanyahu, riferendosi, secondo i quotidiani israeliani, alla possibilità di aprire le porte dell’esecutivo anche ai laburisti di Isaac Herzog, riformulando così gli equilibri all’interno della coalizione.
Una coalizione chiamata oggi a votare compattata in parlamento la modifica della citata norma sul numero massimo di ministri (18 più 4 viceministri il numero attualmente previsto), dando seguito a quanto deciso ieri all’unanimità dal gabinetto uscente. La Corte di Giustizia israeliana, interpellata dal leader di Yesh Atid Yair Lapid, ha dato il via libera alla modifica, sottolineando la competenza della Knesset in merito alla questione. Ma il passaggio in parlamento potrebbe non essere così facile per Netanyahu, che ha bisogno di più incarichi a disposizione per poter bilanciare le richieste all’interno della sua coalizione. Un’istanza presentata dai legali dell’Unione Sionista, il partito di centro sinistra battuto dalla destra likudista di Netanyahu alle elezioni di marzo, sostiene che la modifica non possa poggiare sull’attuale maggioranza a disposizione del Premier: non basterebbero infatti i 61 seggi della coalizione che attualmente riunisce Likud, Kulanu, Shas e Yahadut HaTorah per far passare l’emendamento (l’abolizione) ma ce ne vorrebbero almeno 70, come stabilisce la legge stessa. Sembrano cavilli, eppure la precaria stabilità della coalizione di Netanyahu rischia di rimanervi imbrigliata. Nel frattempo cominciano ad emergere alcuni dettagli del patto siglato tra il Primo ministro israeliano e Naftali Bennett, leader di HaBayt HaYehudi e prossimo ministro dell’Educazione. Secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth, Netanyahu avrebbe promesso a Bennett ulteriori investimenti per gli insediamenti, questo – afferma il giornale – nonostante dall’ufficio del procuratore generale sia arrivata lo scorso febbraio la richiesta di sospendere questi finanziamenti perché troppo onerosi. Altro provvedimento controverso oggetto dell’accordo Netanyahu-Bennett, l’introduzione di una legislazione che vorrebbe imporre alle Ong presenti in Israele l’obbligo di avere un via libera dalle autorità governative per poter ottenere l’esenzione fiscale.
Mentre il mondo della politica israeliano rimane quindi ancora in sospeso, la cronaca odierna racconta invece di un altro possibile attentato terroristico nei pressi della West Bank. A rimanere ferito un ragazzo israeliano di 19 anni, accoltellato alle spalle, secondo le testimonianze, da un palestinese. Fortunatamente il giovane ha riportato ferite lievi ed è stato subito portato a Gerusalemme per le cure. Le autorità stanno in queste ore indagando per trovare il responsabile dell’attacco.

d.r.

(11 maggio 2015)