Finzi Contini, nuova vita per la pellicola restaurata

GFC_01“Girare questo film? È stata una esperienza straordinaria. Posso dire senza dubbio che mi ha aperto le porte dell’America”. A raccontarlo a Pagine Ebraiche è Ennio Guarnieri, direttore della fotografia dell’intramontabile pellicola cinematografica e braccio destro di registi dell’epoca d’oro di Cinecittà (da Lina Wertmueller a Pierpaolo Pasolini), che non ha voluto mancare alla proiezione de “Il giardino dei Finzi Contini” nella sua versione restaurata, presentata ieri all’Auditorium Parco della Musica. Una messa a nuovo per il film di Vittorio De Sica, ispirato all’omonimo capolavoro di Giorgio Bassani e vincitore del premio Oscar 1972 come miglior film straniero, che grazie al restauro potrà adesso rivivere in eterno.
La trama ripercorre la vicenda di Giorgio, studente di Lettere di famiglia ebraica che si innamora di Micol Finzi Contini, giovane ebrea ferrarese proprietaria di una maestoso giardino che fa da sfondo a lunghe partite di tennis. Le loro vite si legano mentre in Italia vengono promulgate le leggi razziste e si concludono con le tetre immagini dell’arresto della famiglia Finzi Contini, privata della propria innata nobiltà e condannata all’inferno dei lager nazisti.
Il recupero della pellicola, promosso dal brand di moda Antony Morato, dall’Istituto Luce Cinecittà, insieme alla Fondazione Cinema per Roma è stato avviato grazie a Manuel De Sica, figlio del regista scomparso lo scorso dicembre, che firmò la colonna sonora. Proprio quattro anni fa, durante il Festival di Letteratura Ebraica di Roma, era stato infatti lo stesso compositore a lanciare l’allarme: il film, senza i necessari accorgimenti, rischiava di rimanere danneggiato dall’usura del tempo.
Schermata 05-2457155 alle 11.49.32Ad accogliere i numerosi spettatori, assieme alla famiglia De Sica, l’amministratore delegato di Istituto Luce Cinecittà Roberto Ciccutto. “Il restauro del film – le sue parole – non può che essere dedicato a Manuel De Sica che per anni si è battuto per salvarlo dagli anni che passavano. Quello che scorre sotto i nostri occhi è un film perfetto che educa seducendo. La nostra è una opera che celebra la bellezza: vogliamo che il pubblico assista allo spettacolo apprezzandone tutte le sue potenzialità”.
Ospite d’onore della serata Lino Capolicchio, che nel 1970 interpretò il protagonista Giorgio: “Vittorio De Sica era un mostro di bravura – rievoca – urlava moltissimo con tutti gli attori ma per me ha sempre mostrato una sorta di delicatezza. Per farci capire come interpretare una scena faceva tutti i ruoli, persino quelli del cane Jor, lo spassoso co-protagonista. Quando confesso agli altri di essere timido mi rispondono stupiti chiedendomi come sia possibile visto che faccio l’attore. Ma io spiego che quello che vedono al cinema non sono io, ma il personaggio”.

Rachel Silvera @rsilveramoked

(12 maggio 2015)