Luce sugli eroi di Varsavia
Uno dei saggi più significativi sul Ghetto di Varsavia, scritto 55 anni fa, fu la tesi dello scrittore e artista torinese Mario Lattes,pubblicata quest’anno per la prima volta, nel volume “Il Ghetto di Varsavia” (Edizioni Cenobio, Lugano). Un contributo ricordato da Caterina Bottari Lattes, presidente della Fondazione Bottari Lattes che ha promosso la pubblicazione del libro e vedova dell’autore, lo storico Alberto Cavaglion, il curatore Giacomo Jori e il critico letterario Claudio Ossola.
“Il grande interesse di questo volume è anche legato al fatto che esso costituisce un caso letterario”, spiega Cavaglion. Nel 1963 infatti la casa editrice Einaudi, che aveva rifiutato anche la pubblicazione di’Se questo è un uomo’ di Primo Levi, nonostante un contratto firmato non arrivò alla pubblicazione. “La tesi di Lattes ricostruiva, in anni difficili, la vicenda della rivolta del Ghetto, e molte cose che visono scritte – prosegue Cavaglion – si ritrovano poi in molte opere successive dell’autore, come ad esempio in uno dei sui racconti, che ne fa oggetto di narrazione letteraria. Nella conversazione non sono inoltre mancati riferimenti all’attualità e alle discussioni filosofiche di oggi, grazie all’intervento di Ottola, e il racconto della genesi di questa pubblicazione, che nasce dalla sparizione e dal successivo ritrovamento della tesi da parte di Jori. Un’occasione di riscoperta e di rinascita di quello che Cavaglion definisce “un libro prezioso”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(18 maggio 2015)