L’Isis punta Baghdad
La presa da parte dell’Isis della città irachena di Ramadi è una delle più grandi sconfitte inflitte agli Stati Uniti e al governo dell’Iraq dall’inizio del conflitto, scrive oggi Repubblica. I quotidiani parlano di ritirate precipitose, corpi carbonizzati all’angolo della strada e di una imminente avanzata verso Baghdad, la capitale, che dista solo 110 chilometri. Una situazione critica che vede la frangia sciita pronta a combattere l’Isis con l’aiuto dell’Iran e l’azione degli Stati Uniti, che nelle ultime ore hanno condotto 19 missioni aeree. Ramadi, riporta La Stampa, è stata conquistata dai miliziani dello Stato Islamico attraverso camion di kamikaze carichi di tritolo: “L’Isis gli usa come una super artiglieria in battaglia, bombe umane di precisione”.
Missione navale antiscafista, la sede a Roma. Il Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione Europea ha approvato la missione militare contro i trafficanti di esseri umani che salpano dalle coste della Libia. Il quartier generale sarà a Roma e verrà guidato dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino. Si dichiara soddisfatta l’Alto rappresentante per la politica estera della UE Federica Mogherini, che ha spiegato come la decisione si stata presa in tempi “record”. E intanto riguardo la crisi libica il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita in Tunisia, ha dichiarato che la soluzione non sarà quella di un’azione militare: “Urgente invece un compromesso politico che consenta la nascita di un governo di unità nazionale”. (Corriere della Sera)
Quote rifugiati: parla Schulz. Mentre i paesi europei continuano a discutere sulla proposta della redistribuzione dei rifugiati, parla il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: “Lo sforzo di tutti dev’essere nell’assicurarsi che le misure a breve termine possano essere messe in atto quanto prima a beneficio dei profughi, rifugiati, richiedenti asilo e dei paesi più esposti alla pressione migratoria”. Riguardo alla Francia che si è dichiarata contraria a ricevere la propria ‘quota di migranti’, aggiunge: “Credo sia prematuro giudicare le posizioni dei singoli paesi, anche perché il testo legislativo non è ancora stato proposto”.(Repubblica)
Il risveglio. Oggi Le Figaro titola un suo articolo “Il risveglio dei falascia” facendo riferimento alle rivolte e gli scontri tra la polizia israeliana e la comunità ebraica etiope che vive nel paese. E se il premier Benjamin Netanyahu si dice pronto a sradicare il razzismo, Le Figaro ricorda come il 38% dei suoi appartenenti viva sotto la soglia di povertà.
Un ospite scomodo. Continua a far discutere la decisione della direzione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che ha annunciato di voler invitare come paese ospite del prossimo anno l’Arabia Saudita. Sul Corriere della Sera lo scrittore Emanuele Trevi si è scagliato contro la scelta: “Ma stiamo scherzando? Un paese che che non riconosce dignità alle donne in termini di segregazione e discriminazione”. Critica duramente poi Vittorio Feltri sul Giornale: “Nell’apprendere la notizia abbiamo avuto le traveggole. Poi i brividi. Poi abbiamo riso, amaramente”. L’ultima edizione del Salone si è chiusa ieri con un incremento dei visitatori dello 0,7% (oltre 341.000 presenze).
Un eurodrone. Italia, Francia e Germania hanno firmato un accordo per sviluppare un drone europeo di ricognizione e sorveglianza. La scelta, scrive il Corriere della Sera, nasce dalla volontà di ridurre la dipendenza dalle tecnologie statunitensi e israeliane.
Rinascere in Puglia. Stasera verrà presentato nel comune d Nardò il documentario “Rinascere in Puglia” scritto e diretto da Yael Katzir, che racconta come alcuni ebrei trovarono rifugio a Santa Maria di Leuca. In Puglia diedero alla luce anche diversi bambini, alcuni dei quali parteciperanno alla proiezione. (Gazzetta del Mezzogiorno).
Gassmann con due ‘N’. Su TV Sorrisi e Canzoni l’attore Alessandro Gassmann, figlio del celebre Vittorio, racconta le proprie origini: “Il padre di mio padre, mio nonno, era un ebreo ashkenazita: Gassmann con due ‘n’.” La nonna, ebrea italiana, si chiamava Ambroon ma durante il ventennio fascista, temendo di essere perseguitata, cambiò il cognome in Ambrosi. “Sui documenti miei e di mio padre – continua l’attore – Gassmann ha sempre avuto due ‘n’, anche se lui nelle locandine, dopo la guerra, ne tolse una per semplificarlo. Io invece l’ho ripristinata, in segno del ricordo degli Ambroon e di tutti coloro che hanno dovuto cambiare il cognome per paura di perdere la vita e la libertà”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(19 maggio 2015)