Ticketless – Telepatia online

cavaglion Non lo faccio volentieri, questa settimana mi riscrivo. Circa un anno fa dedicai un Ticketless al ruolo degli ebrei nella Grande Guerra e connessa carenza di studi (tanto per dire: non disponiamo nemmeno di un ‘libro della memoria’ con l’elenco completo dei caduti). Ricordavo i tre soli professori universitari morti al fronte, tutti e tre ebrei. Alla fine avanzavo una modesta proposta: “Organizzare un viaggio della memoria sull’altipiano della Bainsizza, dove nel 1917 cadde Eugenio Elia Levi, dal 1909 al 1916 professore di matematica all’Università di Genova. Chi si ricorda ancora di lui?” (“Bainsizza”, 23 luglio 2014).
Non è passato nemmeno un anno ed ecco che la settimana scorsa il postino mi ha scodellato una busta contenente un libro, a cura di Andrea Celli e Maurizio Mattaliano: “Eugenio Elia Levi. Le speranze perdute della matematica italiana” (Egea, 2015, con bella introduzione di Paolo Momigliano Levi). Non credevo di possedere tanta forza persuasiva, anzi penso che i due curatori fossero già all’opera nel luglio scorso, data la quantità di documenti che hanno inserito in volume: una miniera di informazioni sulla vita culturale italiana del primo Novecento, a conferma dell’ipotesi che la matematica nostrana sia stato un teorema ebraico (proprio in questi giorni si commemora Vito Volterra). Il libro contiene la trascrizione di un carteggio imponente miracolosamente salvato dagli eredi. Bellissime, e attualissime per chi s’occupi di didattica della matematica abbia a cuore “la buona scuola”, le lettere scambiate con Giuseppe Lombardo Radice. Altro che didattica laboratoriale, mi dispiace per i pedagogisti à la page. Lezioni frontali, frontalissime ma che lezioni!, a giudicare dagli esiti di una scuola diventata famosa in tutto il globo. Toccanti le foto scattate in zona di guerra, come molte se ne conservano, ma non sono conosciute. Il 1938-1943 ha oscurato la Grande Guerra nelle memorie famigliari. C’è anche una lettera del 1903 di Eugenio alla sorella Aida sull’ebraismo di grande rilievo storiografico. Tre fratelli geniali: Eugenio Elia; Beppo, matematico pure lui, emigrato oltreoceano dopo il 1938; Giulio Augusto, filosofo e letterato finissimo, padre di quella Eugenia Levi, a lungo responsabile della sezione manoscritti della Biblioteca Nazionale a Firenze, temutissima da noi studenti.

Alberto Cavaglion

(20 maggio 2015)