La trattativa segreta

rassegna Una tregua da cinque a dieci anni. Questo l’obiettivo delle trattative segrete che secondo una ricostruzione del quotidiano giordano Ad-Dustour sarebbero in corso tra Israele e Hamas. Maurizio Molinari riporta da Ramallah per La Stampa che i colloqui sarebbero iniziati con lo scambio di un soldato israeliano di origine etiope caduto a Gaza e un imprecisato numero di prigionieri palestinesi. Hamas e Israele, scrive Molinari, “avrebbero affrontato anche il nodo delle frontiere ovvero la possibilità che Gerusalemme riconosca de facto la Palestina dentro i confini della Striscia, siglando accordi bilaterali per migliorare la qualità della vita dei residenti, a cominciare dalla fornitura di elettricità e acqua come già avviene in Cisgiordania”.
“Di questo non parlo”, la dichiarazione di Emmanuel Nachshon, portavoce del ministero degli Esteri israeliano. Nega anche un portavoce di Hamas, mentre afferma di essere “del tutto al corrente dei contatti Hamas-Israele” il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen, che aggiunge di ritenere tali contatti “nocivi per il popolo palestinese”.

Netanyahu a Mogherini: “Sì a una Palestina che riconosca lo Stato ebraico”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto ieri un colloquio con l’Alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini, in visita in Israele, durante il quale ha dichiarato di “sostenere una visione di due Stati per due popoli, una Palestina demilitarizzata che riconosca lo Stato ebraico”. Non è invece stato menzionato nell’incontro con Mogherini il dibattito in corso in queste ore in Israele, riguardo la bocciatura da parte dello stesso Netanyahu – spinto dalle critiche dell’opposizione, del presidente Reuven Rivlin e del suo stesso partito – del primo provvedimento del nuovo governo, concepito dal ministro della difesa Moshe Yaalon, che avrebbe vietato per tre mesi ai pendolari palestinesi di utilizzare i mezzi pubblici (La Repubblica).

Tunisi, il presunto attentatore in carcere. Ancora tanti dubbi legati all’arresto avvenuto con un mandato di cattura internazionale del 22enne marocchino arrivato in Italia a febbraio salvato dal naufragio di un barcone Abdel Majid Touil, fermato a Gaggiano, a pochi chilometri da Milano, con l’accusa di essere tra gli autori della strage del museo del Bardo di Tunisi del 18 marzo scorso. Dal Viminale arriva un invito alla “cautela”, mentre Palazzo Chigi afferma che è necessario “attendere la documentazione da Tunisi per avere un quadro più chiaro” del ruolo di Touil nell’attentato (La Stampa). Senza precedenti, regolarmente in classe a Trezzano sul Naviglio nei giorni della strage secondo gli insegnanti, nessuna resistenza al momento dell’arresto, i vertici dell’antiterrorismo hanno chiarito che Touil non risulta tra i frequentatori dei centri islamici e il suo nome non è mai stato al centro degli ‘alert’ delle agenzie di intelligence di altri Paesi. In Italia è in corso una accesa polemica politica, con Lega Nord, Cinque Stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia che chiedono un passo indietro del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il quale commenta: “Siamo l’unico Paese al mondo dove c’è un’opposizione che protesta perché è stato arrestato un sospettato di terrorismo, invece di dire che il sistema ha funzionato” (Corriere della sera).

L’Isis entra a Palmira. Dopo Ramadi, le truppe dell’Isis conquistano anche l’antica città di Palmira, snodo strategico per l’avanzata verso Damasco. Evacuati i civili, è nelle mani del Califfato anche il museo. Il regime combatte per proteggere il patrimonio dell’Unesco della città, di epoca romana, e soprattutto per respingere l’assalto verso la fortezza dove il presidente Bashar Assad resta assediato, mentre cerca di mettere al sicuro le meraviglie di Palmira. Il capo della città archeologica ha dichiarato che centinaia di statue sono già state portate via, ma si teme per gli archi, le colonne e i palazzi dell’antica oasi (Corriere della sera).

Venezia, verso il Cinquecentenario del Ghetto. Questa mattina saranno presentate nella sinagoga Canton a Venezia le principali iniziative in vista del Cinquecentenario del Ghetto, previste per tutto il 2016. Interverrano tra gli altri il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica di Venezia Paolo Gnignati e la direttrice del comitato scientifico per i 500 anni del Ghetto Donatella Calabi (Avvenire).

La tecnologia per salvare il Giordano. Sull’inserto del quotidiano La Stampa viene illustrato il piano del governo israeliano per rinvigorire e risanare il fiume Giordano, iniziato domenica con l’apertura della diga del lago di Tiberiade, e che prevede l’immissione di circa mille metri cubi d’acqua ogni ora.

Un ricordo di Robert Solomon Wistrich. Lo storico e collaboratore di Pagine Ebraiche e del portale dell’ebraismo italiano Claudio Vercelli dedica un articolo sul Manifesto alla figura di Robert Solomon Wistrich, scomparso a Roma il 19 maggio. Wistrich era uno tra i maggiori studiosi dell’antisemitismo contemporaneo, la cui riflessione aveva colto “i nessi tra le radici antiche dell’antisemitismo e il suo manifestarsi in forme inedite, come ideologia della rivalsa e del populismo, soprattutto nel campo dei movimenti del radicalismo islamista”.

Expo e casherut. Italia Oggi riporta quanto emerso nel convegno Kosher@Expo, organizzato presso l’università Bocconi da Eurokosher, ente di certificazione casher in Italia, in collaborazione con l’organizzazione Chabad Lubavich milanese Merkos, per parlare di casherut nell’ambito dell’Expo.

Le Ted Talks arrivano a Pisa, si parla disuguaglianza. Il celebre format americano delle Ted Talks arriva a Pisa, dove il 23 maggio si svolgerà l’evento TedXPisa, dedicato la tema della disuguaglianza, declinata in tutti i suoi significati, da quello economico a quello politico e culturale. Tra i relatori Nadia Urbinati, Fabrizio Bernardi, Riccardo Iacona, Mauro Covachic e, in video, Thomas Piketty (La Repubblica).

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(21 maggio 2015)