Pirkei Avot, messaggio universale
I Pirkei Avot, le massime dei padri, una delle opere più affascinanti della tradizione ebraica, comparate alla filosofia classica: questo il tema trattato dalla tesi di laurea in Lettere Antiche discussa dalla giornalista della redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Francesca Matalon all’Università Statale di Milano.
“Chi è il sapiente? Colui che impara da chiunque” la citazione scelta da Francesca per il titolo dell’elaborato, discusso con relatrice la docente di Lingua Ebraica Anna Linda Callow e con presidente di commissione Paolo Chiesa (docente di Filologia medio-latina).
Nella tesi vengono esplicitati i punti di incontro tra il trattato di carattere etico-filosofico dei Pirkei Avot (“Il massimo manifesto dell’ebraismo farisaico”) con la produzione filosofica di Socrate e Platone. “I Pirkei Avot – ha spiegato Francesca – fanno parte della tradizione orale e sono l’unico trattato inserito nella liturgia ebraica e che viene letto negli shabbat tra la festività di Pesach e quella di Shavuot. Questa scelta ha decretato la fortuna e lo ha diffuso in tutto il mondo”.
“Il rabbino capo emerito di Roma Elio Toaff, scomparso un mese fa – ha continuato Francesca – lo definiva un eccezionale aureo libretto spiegando come esso si rivolgesse a tutti sia grazie al linguaggio semplice che nei contenuti; è infatti ‘la quintessenza del buonsenso’ ed esemplifica il carattere fortemente etico dell’ebraismo”.
Ma come si lega tutto questo alle filosofia classica? “Platone individuava la sapienza come ricerca del sapere che si attuava nella condotta adottata: una sorta di sapienza etica. Chi è il saggio chiede Ben Zomà nei Pirkei Avot, rispondendo poi che esso è colui che impara da chiunque. Una domanda assai simile a quelle che faceva Socrate, apparentemente assai elementari ma nate per provocare una riflessione. Per i classici, la filosofia è prima di tutto una scelta di vita. Un passaggio che avviene ancora prima del discorso filosofico”.
(28 maggio 2015)