Qui Napoli – In viaggio con i Passaggi
È una donna magra, minuta, il corpo efebico: sembra impossibile sia lei a progettare le gigantesche opere che l’hanno resa famosa. Ma Michal Rovner, una delle più note artiste israeliane, ha una volontà di ferro e una visione che non accetta compromessi, anche quando si tratta di far combaciare centinaia di pesantissime pietre antiche raccolte qua e là in Israele per costruire dei parallelepipedi sbrecciati che lei chiama Makom – luogo fisico e spirituale – esposti nel 2011 davanti al Louvre per una personale che l’ha consacrata tra i grandi artisti internazionali.
Ora ha inaugurato a Napoli un altro lavoro di dimensioni colossali, Passaggi, un video affresco proiettato su un muro lungo 37 metri e alto 5, che accoglierà gli utenti della stazione Municipio della metropolitana, in centro città. Aprirà al pubblico verso metà giugno.
Il progetto MN, metropolitana di Napoli, è stato definito il più importante progetto di arte contemporanea in Europa – purtroppo ignorato dal vasto pubblico in quanto poco pubblicizzato: ogni stazione, progettata da un grande architetto (Mendini, Gae Aulenti, Oscar Tusquets Blanca…) è decorata con installazioni site specific di noti artisti, sotto la direzione di Achille Bonito Oliva. Opere davvero mozzafiato, nomi come Sol Lewitt, Mimmo Paladino, Luigi Serafini, Luigi Ontani, Michelangelo Pistoletto, William Kentrige, Jannis Kounellis, Francesco Clemente, Sandro Chia, Mario Merz..
La nuova stazione, progettata dagli architetti premio Pritzker Alvaro Siza Viera e Eduardo Souto de Moura, è stata inaugurata ufficialmente alla presenza del sindaco De Magistris, di Graziano Del Rio in rappresentanza del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del curatore Achille Bonito Oliva.
Michal non è nuova a Napoli, città che ama moltissimo e dove ha partecipato a una esposizione al Museo Madre nel 2009, mentre nel 2014 ha creato le opere d’arte per le scenografie del Trovatore al Teatro San Carlo.
Difficile descrivere Passaggi, come è difficile descrivere tutto il lavoro di Michal, ricco di echi storici, archeologici, di suggestioni filosofiche, di emozione. La sua caratteristica sono minuscole figure umane che si muovono nello spazio: esseri ridotti a segni grafici, protagonisti di un alfabeto indecifrabile che sembra ricondurre alla vanità del nostro cammino nella vita, e all’insignificanza dell’uomo nel creato. Ma le letture sono molteplici, e Michal rifiuta di dare spiegazioni, convinta che ogni spiegazione, ogni emozione suscitata in chi guarda, è legittima.
L’opera che la segnalò all’attenzione del pubblico e della critica, il padiglione di Israele alla Biennale di Venezia del 2003, consisteva in file e file delle sue figurine umane in movimento, proiettate su quattro pareti. Molti lessero una metafora della deportazione, la spersonalizzazione di milioni di esseri umani, altri la metafora del Qohelet, vanità delle vanità, tutto è vanità.
Certo è che questa artista straordinaria, celebrata da personali al Whitney, al Jeu de Paume, al Louvre, alla Tate Gallery e presente nei maggiori musei al mondo, ha la Shoah molto presente: ha realizzato il grande muro di fotografie all’ingresso di Yad Vashem, e nel 2013 Traces of Life presso il Museo di Stato di Auschwitz-Birkenau: una installazione dedicata al milione e mezzo di bambini ebrei sterminati dai nazisti.
Michal Rovner è anche molto legata alla realtà del suo Paese, e nonostante rifiuti dichiarazioni politiche, il suo lavoro è manifestazione di una precisa ideologia: si affida a squadre di assistenti composte da palestinesi ed ebrei, e raccoglie le pietre, sulle quali ama proiettare i suoi video, nel deserto del Negev come a Betlemme e Gerico.
Ed è proprio la stratificazione di culture e la mediterraneità che la legano a Napoli. “Una città che mi è stata subito familiare” dichiara l’artista. E spiega: “Questo della metropolitana è uno dei miei lavori più complessi, costituito da stampe, affreschi, disegni, e proiezioni di filmati che ho realizzato a Palazzo Reale, a Piazza Dante, ma anche a Jaffo. C’è dentro il Vesuvio, e Pompei, ma anche la Torre di Davide costruita da Erode. Gli scavi effettuati durante la costruzione della stazione hanno rivelato diversi strati archeologici di epoca greca, romana, medioevale, spagnola. Ho voluto rendere omaggio alla ricchezza delle civilizzazione che qui si sono incrociate, e offrire la dimensione del tempo e del suo scorrere, creando una sintonia con il flusso inarrestabile di persone che attraversano questo snodo.”
Un’opera aperta a tutti, basta il biglietto del metro. E che ben vale un viaggio a Napoli alla scoperta, per chi non le avesse ancora visitate, delle immaginifiche stazioni della metropolitana, tesoro di arte e di cultura. È un peccato che tanti italiani, sempre pronti a correre a Venezia, Basilea, Parigi e Londra e New York per visitare mostre d’arte contemporanea, ignorino l’affascinante museo sotterraneo delle viscere di Napoli.
Viviana Kasam
Passaggi
Passaggi (Passages), l’opera video affresco permanente di Michal Rovner è stata inaugurata il 16 maggio alla Stazione Municipio di Napoli alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, del Presidente della Metropolitana di Napoli Giannegidio Silva, del curatore Achille Bonito Oliva, dell’architetto Alvaro Siza Viera e dell’architetto Eduardo Souto de Moura e dell’artista Michal Rovner.
Rovner sta completando la sua installazione permanente nel più grande progetto urbano di arte pubblica in Europa: MN – Metropolitana di Napoli.
La stazione è stata progettata dall’architetto Alvaro Siza Viera in collaborazione con l’architetto Eduardo Souto de Moura – entrambi vincitori del Premio Pritzker. Il curatore artistico della ‘Metropolitana dell’Arte’ é Achille Bonito Oliva.
Per realizzare questa complessa ed ambiziosa linea metropolitana, MN ha invitato a progettare le stazioni e le aree urbanistiche ad esse circostanti, importanti architetti e designer, chiamando ad intervenire con opere ‘site specific’ permanenti i piú importanti artisti internazionali.
La Stazione Municipio é lo snodo principale della cittá, mettendo in comunicazione la parte orientale con l’occidentale e collegando il cuore storico con il porto di Napoli.
Gli scavi effettuati durante la costruzione della stazione hanno raggiunto notevoli profondità, rivelando i diversi strati archeologici delle varie epoche storiche: greca, romana, medievale, spagnola.
Il muro su cui l’artista ha effettuato il suo intervento è lungo 37 metri e alto 5. Il video affresco collega il passato al presente ed é un omaggio alle grandi civiltá presenti in questo luogo; anche l’associazione con Pompei é immediata.
Sia per gli architetti che per l’artista, il rapporto con la contemporaneità nel rispetto dei valori del passato è essenziale ed ha creato una grande intesa tra le parti.
Il movimento delle figure che l’artista ha inserito nell’opera offre la dimensione del tempo e del suo scorrere e si crea una sintonia con il flusso inarrestabile di persone che attraversano questo importante snodo.
Le persone che passeranno attraverso la stazione faranno parte del continuo movimento umano di tutti i tempi (Michal Rovner).
Michal Rovner é rappresentata da Pace Gallery (New York – London). Panorama un’esibizione dei nuovi lavori di Michal Rovner é in mostra a Pace London fino al 15 Giugno.
L’opera di Michal Rovner, attraverso il video, la scultura e l’installazione costituisce un linguaggio visivo unico che genera una catena di associazioni dal poetico alla politica. Il lavoro della Rovner è stato esposto in oltre 60 mostre personali tra cui una retrospettiva di metà carriera al Whitney Museum of Art, New York, il Padiglione Israeliano alla Biennale di Venezia, il Jeu de Paume, e il Museé du Louvre. Nel 2006 Rovner ha iniziato una serie di strutture monumentali dal titolo Makom (“Posto”) raccogliendo pietre dalle case israeliane e palestinesi di edifici smontati o distrutti da Israele e dal West Bank, così come nel confine tra Israele e Siria. Lavora con muratori israeliani e palestinesi costruendo nuovi spazi che toccano la storia, la memoria e il tempo. Nel 2013 Rovner ha creato Traces of Life presso il Museo di Stato di Auschwitz-Birkenau; l’installazione é dedicata ai 1,5 milioni di bambini ebrei uccisi durante la Shoah.
Nel dicembre 2014 Rovner è stata invitata a creare delle opere d’arte per la produzione di Il Trovatore di Verdi, che ha debuttato al Teatro dell’Opera Teatro San Carlo di Napoli.
(28 maggio 2015)