Informazione – International Edition
Il significato della preghiera

pe int 150601 Cosa vuol dire pregare? Se lo chiede Yaakov Mascetti, docente all’Università di Bar Ilan, nella sua riflessione sull’uscita di questa settimana dell’edizione internazionale di Pagine Ebraiche. “Pregare non significa semplicemente aprire un libro e recitare testi che non comprendiamo fino in fondo, o magari che nemmeno sentiamo ci riguardino da vicino. La preghiera è la spontanea espressione dei propri pensieri, un momento di consapevolezza, in cui la propria coscienza produce una voce autentica, una chiamata autentica,” scrive tra l’altro Mascetti, dedicando le proprie parole alla figlia adolescente Avigail.
E sulla centralità e significato della preghiera in generale, e in particolare di quella dedicata alla pace e benessere del governo e dello stato in cui si vive, si sono confrontate le voci del rabbino capo di Francia Haim Korsia e del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Alle sollecitazioni di rav Korsia per reintrodurre la tefillah per lo Stato italiano durante il Moked primaverile organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, rav Di Segni ha risposto in un editoriale che compare sul numero di Pagine Ebraiche di giugno attualmente in distribuzione, i cui contenuti vengono oggi presentati al pubblico internazionale.
Nella rubrica Italics, Daniela Gross racconta come sulla sua pagina Facebook Roberto Saviano consiglia di leggere “La collina”, ultimo libro dell’israeliano Assaf Gavron e il suggerimento scatena, come nota Elena Lowenthal sulla Stampa, una valanga di commenti antisemiti, spesso di un’ignoranza disarmante. Difficile immaginare quale sia la terapia, nota Lowenthal. Ancora più difficile pensare che una parte d’Italia, ancora oggi, la pensi così.
Si svolge in questi giorni poi il Festival dell’Economia di Trento. Tanti gli ospiti d’eccezione, dai Premi Nobel Joseph Stiglitz‎ e Paul Krugman, al premier italiano Matteo Renzi e al collega francese Manuel Valls. E per il terzo anno consecutivo, il giornale dell’ebraismo italiano è distribuito a tutti gli Info Point (ed esaurito in poche ore).
“I bambini, come è stato da lungo tempo riconosciuto, sono un gruppo speciale. Non possono scegliere chi sono i loro genitori, tanto meno la condizione sociale in cui nascono”. Riporta proprio una frase pronunciata da Stiglitz‎ al Festival il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’UCEI e direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, per la sua rubrica It Happened Tomorrow.
A premiare l’UCEI con la cittadinanza onoraria per il suo aiuto in materia di educazione è stato poi il Comune di Finale Emilia, devastato dal terremoto che colpì la regione nel 2012: decisivo il contributo dell’ebraismo italiano nella ricostruzione della scuola dedicata alla maestra ebrea Elvira Castelfranchi, espulsa dall’insegnamento nel 1938 con la promulgazione delle leggi razziste a un anno dalla pensione.
È tratto da un racconto di Queneau infine la citazione in francese proposta per la sezione Bechol Lashon. Le café de la France (“il caffè di Francia”) sottolinea come cambiano il rapporto con la letteratura e la ricerca dell’ispirazione poetica nel corso degli anni, utilizzando il cliché di della passeggiata sotto la tempesta davanti al mare.

Rossella Tercatin

(1 giugno 2015)