Moda e Modi – Iris Apfel, questione di stile
È la nonna che tutti vorremmo: schietta, femminista, in carriera e con un enorme, mastodontico, preziosissimo armadio dal quale fanno capolino migliaia di collane e amuleti.
Iris Apfel, 93 anni, non è solo una delle icone di stile più influenti del mondo, l’arredatrice numero uno della Casa Bianca (ha istruito in fatto di stile ben nove presidenti), la moglie innamorata di Carl, che di anni ne ha 101, ma anche la diva del nuovissimo documentario “Iris” firmato da Albert Maysles (regista che con il fratello di David ha girato film dedicati ai Beatles, Orson Wells e “Grey Gardens”, il documentario sulle ex reginette della buona società in rovina) attualmente proiettato nelle sale americane.
“Quando non ti vesti uguale agli altri, non sei obbligata a pensare come gli altri” (Iris Apfel)
Nata in una famiglia ebraica di origine russa nel Queens, Iris Barrel cresce con il padre Samuel, che lavora nel business del vetro e degli specchi, e la madre Sadye, proprietaria di una boutique. Una infanzia e adolescenza passata ad affliggersi per i chili di troppo e le crisi di fronte all’armadio: “Andare a fare shopping con mia madre, che era un figurino – rievoca – era una tragedia. Non mi stava bene nulla e quando mi guardavano mi dicevano: perché non diventi longilinea come mamma?”.
Dopo aver studiato alla New York University Storia dell’Arte, aver proseguito gli studi all’Università del Wisconsin, avvia una carriera come copywriter alla Women’s Wear Daily, definita dagli addetti ai lavori ‘la Bibbia della moda’.
Incontra Carl Apfel con il quale si sposa nel 1948 e fonda insieme a lui Old World Weavers, una marca di tessili che sarà sul mercato fino al 1992. Nel frattempo si afferma nel campo dell’arredamento di interni e si occupa di ristrutturare la Casa Bianca sotto l’egida di ben nove presidenti: Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan e Clinton. Con il passare degli anni il suo stile rimane il più ammirato di sempre: Apfel racconta di essere stata una delle prime donne ad indossare i jeans, uno dei suoi must. Diventano poi di culto i suoi enormi occhiali con la montatura tonda che la rendono immediatamente riconoscibile e iconica, accompagnati da grandi collane sovrapposte e un frasario ironico e pungente.
Nel 2005 arriva infine il riconoscimento più importante: il prestigioso Costume Institute del Metropolitan Museum di New York le dedica “Rara Avis (Rare Bird): The Irreverent Iris Apfel”, una mostra nel quale viene mostrata una selezione della sua collezione e che incorona la Apfel come un uccello raro, regina di stile.
Più passano gli anni, più la moda rivaluta l’anzianità e oltre a scegliere di mettere modelle dai 75 in sù nelle campagne pubblicitarie (leggi alla voce Céline, Dolce e Gabbana, Marc Jacobs), conferma Iris Apfel come l’ispirazione più adulata, irriverente e prolifica: per toccare con mano la questione basti pensare che, parole del Telegraph, ci vogliono sei mesi per ottenere un incontro con lei.
“Non ho alcuna regola perché le ho sempre infrante, quindi sarebbe stata una perdita di tempo” (Iris Apfel)
Celebre per le sue affermazioni dal sapore di sentenze, Apfel è una sorta di Seneca della moda. E tante sono appunto le citazioni che trascinano lo spettatore di fronte al documentario a lei dedicato da Albert Maysles “Iris”, che spia dal buco della serratura le sue giornate impegnatissime da ultra-novantenne inarrestabile e viene proiettato attualmente nei cinema statunitensi.
Selezionato nel 2014 per la 54° edizione del New York Film Fest, il documentario mostra l’icona di stile impegnata tra set fotografici e interviste celebrative alle quale risponde con ironia e arguzia e viene inframmezzato da testimonianze-serenate d’amore dei guru della moda.
Seguono scene di collane, bracciali, spille e broccati preziosi e racconti del marito Carl che confessa: “Di certo il nostro non è stato un matrimonio noioso”. Poi la camera ritorna a riprendere sempre lei, la magnetica Iris Apfel che confessa: “Amavo andare a scovare accessori da Loehmann’s a Brooklyn. Un giorno la proprietaria mi ha convocato e mi ha detto: ragazza, l’ho osservata parecchio, non è bella, non lo sarà mai. Ma ha una dote che conta molto di più: lo stile”. E quello fu l’inizio del mito.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(Nelle immagini tre ritratti di Iris Apfel. In quella centrale, la Apfel con il marito Carl)
(1 giugno 2015)