Qui Milano – Le pellicole che raccontano Israele

nuovo cinema israelianoSarà Life as a Rumor, il lungometraggio dedicato alla storia del regista e attore Assi Dayan, figlio del celebre politico israeliano Moshe Dayan, ad aprire l’ottava edizione del Nuovo cinema israeliano di Milano, organizzato dalla Fondazione Cdec in collaborazione con il Pitigliani Kolno’a Festival di Roma e la Fondazione Cineteca Italiana. Per cinque giorni (7 – 11 giugno) lo spazio Oberdan di Porta Venezia diventerà un luogo dover poter conoscere, attraverso film e incontri, la realtà israeliana ed ebraica.

nuovo cinema israelianoSarà Life as a Rumor, il lungometraggio dedicato alla storia del regista e attore Assi Dayan, figlio del celebre politico israeliano Moshe Dayan, ad aprire l’ottava edizione del Nuovo cinema israeliano di Milano, organizzato dalla Fondazione Cdec in collaborazione con il Pitigliani Kolno’a Festival di Roma e la Fondazione Cineteca Italiana. Per cinque giorni (7 – 11 giugno) lo spazio Oberdan di Porta Venezia diventerà un luogo dover poter conoscere, attraverso film e incontri, la realtà israeliana ed ebraica. “Il 2015 per la nostra città non è un anno come tutti gli altri – spiegano le curatrici della rassegna milanese Paola Mortara e Nanette Hayon – la presenza di Expo allarga i confini metropolitani a una dimensione internazionale e multiforme. Nuovo cinema israeliano è uno degli eventi cittadini che fanno da cornice all’esposizione e offre a una platea in cerca di novità le ultime proposte cinematografiche israeliane: film di qualità, ma non solo”. Tra gli appuntamenti infatti vi sarà anche la presentazione dei libri La dieta kasher. Storia, regole e benefici dell’alimentazione ebraica a cura di Rossella Tercatin e Svita di Luciano Bassani. Sarà inoltre presentata la nuova casa editrice digitale Tiqqun, dedicata alla letteratura ebraica e israeliana, con le sue due ultime proposte, Ladri nella notte di Arthur Koestler e Life on Mars di Fiammetta Martegani.
A dare un quadro della vitalità della scena cinematografica israeliana sarà domenica mattina Dan Muggia, direttore artistico della rassegna assieme ad Ariela Piattelli. Poi sarà il video a parlare, con la proiezione di lungometraggi come Bethlehem di Yuval Adler, la vicenda di un ragazzo palestinese reclutato per collaborare con i servizi segreti israeliani, o Big Bad Wolves di Aharon Keshales e Navot Papushado, che le curatrici definiscono come un “thriller dai toni un po’ pulp con protagonista un poliziotto in pensione che si fa giustizia da solo”. L’identità sessuale è al centro della pellicola di Shirly Berkovitz, The Good Son mentre gravita attorno alla ricostruzione della memoria famigliare tra le vie di Salonicco Magic Man di Guy Nattiv e Erez Tadmor. Ma c’è spazio anche per pellicole del passato come Matzor di Gilberto Tofano, noto sceneggiatore italiano, film realizzato in Israele nel 1969 e al centro di un progetto di restauro. Grande successo internazionale per la serie ideata da Hagai Levi Betipul, adattata in molti paesi – tra cui l’Italia – con il titolo in Treatment e di cui allo spazio Oberdan sarà possibile vedere due episodi originali.
Immagini e storie dell’ebraismo italiano sono invece raccolte in tre pellicole protagoniste della rassegna: La memoria che ritorna di Salvatore Di Segni, Felice nel Box di Ghila Valabrega e Vera di Francesca Melandri.

(5 maggio)