DafDaf – Gita all’Expo
Nonostante l’inaugurazione sia avvenuta da poche settimane, sono già tantissime le scuole che hanno portato i propri alunni in gita all’Expo. La redazione di DafDaf ha trovato i loro commenti e le loro fotografie più interessanti di qualsiasi spiegazione, che a volte rischia di essere noiosa… così sul numero 57 del giornale ebraico dei bambini – che è in distribuzione in questi giorni e che potete scaricare cliccando qui – sono pubblicati commenti e fotografie fatte dalla V della primaria Isacco Sansone Morpurgo di Trieste, dalla III A della primaria Alessandro da Fano di Milano e dalle tre classi della secondaria di primo grado Emanuele Artom di Torino. Hanno imparato tante cose, e conosciuto mondi nuovi, hanno “Vissuto l’emozione delle api” e scoperto non solo che “Il cacao è amarissimo, sono gli altri paesi ad aggiungere lo zucchero”, ma anche che “Se le api si estinguono anche gli uomini muoiono e questa è la biodiversità”. I più grandi si sono fatti un’idea molto chiara su diversi argomenti, e non si sono fatti problemi a criticare e commentare anche con durezza le cose che non hanno apprezzato… se andate all’Expo seguite i loro consigli, ne vale la pena, fidatevi.
Iniziamo dai più piccoli: gli allievi della III A della scuola da Fano di Milano
Abbiamo ammirato il padiglione di Israele che rappresentava una parete verticale coltivata e ti insegna che se coltivi in verticale risparmi acqua e spazio.
Noa S.
Mi è piaciuta molto l’Expo perché i paesi hanno potuto presentare ciò che hanno da offrire.
Lea P.
C’era un video che spiegava che nel frutto del cacao c’è una parte bianca che si mangia, perché nella Costa d’Avorio non si spreca nulla.
Marc K.
Siamo andai al cluster del cacao, era molto costruttivo, perché non sapevo che il cacao venisse dall’Africa.
Anna K. e Alexandra B.
Il cacao è amarissimo, sono gli altri paesi ad aggiungere lo zucchero.
Moris H.
Ho imparato che devo mangiare sano.
Daniel Z.
Nel Brasile dovevi camminare su una rete e sotto c’erano le piante, l’idea del Brasile è che l’uomo non può calpestare la natura e devi stare in equilibrio con essa.
Mark A. e Ariel L.
Nel padiglione del Nepal il messaggio era di essere bravi a coltivare in montagna. Non era finito perché sono tornati per il terremoto.
Tommaso R.
Siamo andati in un alveare per vivere l’emozione delle api.
Mark A.
Se le api si estinguono anche gli uomini muoiono e questa è la biodiversità.
Giacomo D.M.
Ci hanno spiegato che ogni giorno sprechiamo un sacco di cibo e ai poveri basterebbe anche la metà.
Sasha N.
Mi sono divertito molto, l’unica cosa che non c’entrava era il fast food e altri cibi che vendevano con tanto zucchero.
Sasha N. e Tommaso R.
Siamo andati all’Albero della Vita per pranzare, un attimo prima di arrivare ci siamo fermati al centro dell’Expo e la morà ci ha spiegato il cardo e il decumano.
Giacomo D.M.
Abbiamo visto l’orto verticale e abbiamo imparato tante cose.
Davide M.
Da Trieste è partita la V, che non si è persa in chiacchiere e ha le idee chiare:
Expo è stato molto educativo, molto bello e molto divertente!
Beatrice B.
Expo emozionante e istruttivo.
Expo impari e ti diverti
Expo ne vale la pena!!!
Margherita P.
All’Expo impari vari argomenti interessanti.
All’Expo puoi conoscere vari argomenti di tutti i paesi.
A Expo puoi imparare, conoscere, guardare ma soprattutto divertirti anche mangiando!
Giulio R.
Expo è un avvenimento importante per l’Italia perchè porta tantissimi turisti e consiglio di andarci.
Se ci vai devi fare delle scelte e forse rimpiangerai di non aver visto qualcosa.
Per tutti gli italiani, soprattutto i milanesi è un grande onore avere l’Expo e devono sfruttarlo al meglio!
Gabriele R.
Bello, grande, fantastico!
Davide V.
Anche la I della scuola Artom di Torino ha parecchio da dire sull’Expo…
È stata una gita bellissima: non c’è niente che non mi sia piaciuto!
Avrei però voluto vedere più padiglioni, soprattutto quello della Cina, dell’Italia e della Coca Cola. Mi immaginavo che l’Expo fosse più piccola.
Giulio L.
Ho molto apprezzato che ci fossero tanti paesi che pur avendo dei violenti contrasti tra loro all’Expo hanno lavorato insieme per uno scopo comune, che è imparare e divertirsi. Avrei voluto vedere alcuni padiglioni con più calma, e non mi è piaciuto per niente camminare tutto il giorno sotto il sole!
Sofia O.
Mi è piaciuta tantissimo l’idea dell’Expo perché così tutte le persone, visitandola, possono viaggiare per il mondo e conoscere le caratteristiche di ogni paese. Non mi è piaciuto affatto il padiglione spagnolo, perché mi è sembrato poco curato. Quello degli Emirati arabi invece mi ha molto impressionato, perché è evidente come l’abbiamo costruito con tantissimo impegno e prendendosi a cuore la riuscita.
Mi aspettavo che tutti ci offrissero del cibo, invece c’era tanto verde e si parlava soprattutto di piante e agricoltura.
Mi sarebbe piaciuto fermarmi di più e vedere tutto, ma non c’era tempo e dovevamo tornare a scuola.
Lea C.
Mi è piaciuto tantissimo il padiglione del Brasile, perché dentro c’erano tante corde su cui arrampicarsi e c’erano tantissime piante. Mi è piaciuto anche il posto in cui si sparava acqua, anche se non mi ricordo in quale padiglione fosse.
Mi spiace soltanto di non essere entrato nel padiglione Italia che da fuori mi ha impressionato tantissimo.
Raffaele C.
Di tutta la gita quello che mi è piaciuto di più è stato l’albero della vita, perché è bellissimo vedere come fiorisce con una musica delicata e delle suggestive fontane. Quando gli zampilli e la musica si fermano, i fiori appassiscono.
Il padiglione zero non mi è piaciuto perché non aveva un tema, ma parlava un po’ di tutto.
Avrei voluto che il Padiglione Italia fosse il più bello, mentre da fuori mi è parso deludente.
Margherita F.
Mi è piaciuto l’albero della vita perché quando sono scoccate le 11 si è sentita della musica e l’installazione si è riempita di fiori e colori.
Il padiglione degli Emirati arabi non mi è piaciuto non perché non fosse bello, ma perché non mi è sembrato giusto che ci fosse già la pubblicità del prossimo Expo .
Gabriele R.
Il padiglione dei paesi arabi non mi è piaciuto per niente perché c’era una coda lunghissima, nel contempo però tutta quella gente in attesa mi ha incuriosita molto e ha creato in me grandi aspettative che non state deluse quando finalmente sono riuscita ad entrare!
Ho trovato davvero suggestiva e divertente la cascata d’acqua del padiglione del Kuwait che aveva la forma di parole in lingue diverse.
Virginia L.
Ho trovato istruttivo e ben progettato il padiglione degli Emirati Arabi dove presentavano vari problemi e le loro possibili soluzioni.
Sarebbe stato bello che tutti i padiglioni fossero completati invece di molti l’allestimento non era terminato.
Vittorio G.
Era tutto molto bello, ma soprattutto il padiglione del Kuwait perché era molto ampio e molto molto impressionante.
Non ho capito cosa simboleggiasse la rete del padiglione del Brasile sospesa sulle piante.
Vittorio T.
Mi sarebbe piaciuto andare all’Expo con i miei compagni, ma ci andrò con i miei genitori. La mia classe è tornata entusiasta dalla gita, da ciò che mi hanno raccontato si vede proprio che si sono divertiti e che è piaciuto loro tutto tantissimo.
Elsa T.
Ci spiace non essere andati all’EXPO volevamo vedere l’albero della vita, il padiglione della Cina, degli Emirati Arabi Uniti e divertirci con i nostri compagni.
Manuel M. e Tommaso M.
Mi spiace non aver visto il padiglione del Giappone, perché dalle foto mi sembrava molto interessante.
Non mi è piaciuto il padiglione del Vaticano, che secondo me diceva poco e niente.
Hanno esposto un quadro rappresentante l’ultima cena, ma non quello di Leonardo e poi c’era un’enorme tavola elettronica con delle mani che si allungano per prendere e fare delle cose, ma anche se l’idea era quella di mostrare i problemi e i difetti dei paesi più ricchi e la difficoltà dei paesi poveri, secondo me non comunicava nessun messaggio.
Mi è rimasto impresso un filmato proiettato nel padiglione degli Emirati sulla storia di una palma, una nonna e una bambina.
Federico B.
Mi sarebbe piaciuto bagnarmi nelle fontanelle del padiglione americano. Mi immaginavo un’Expo dove ti facevano assaggiare tanti cibi.
Non mi è piaciuto che ci fossero tanti militari tutt’intorno.
Massimiliano N.
Ho trovato bellissimo il padiglione di Israele e quello degli Emirati arabi che descrivevano le difficoltà nell’agricoltura dei loro paesi e proponevano soluzioni per risolverle.
Mi hanno colpito i miei compagni di seconda e terza che andavano su dei trattorini giocattolo.
Beatrice C.
Mi sarebbe piaciuto visitare il padiglione Italia, ma c’era una fila chilometrica!
Dei video proiettati nel padiglione America non si capiva davvero nulla; se dovessi sintetizzarli in una frase direi “Le persone inseguono i polli”.
Emanuela C.
Ho trovato bellissimo il padiglione del Kuwait perché tra modellini di città e attività interattive ci si divertita molto.
Il padiglione del vaticano era invece noioso e poco interattivo.
Bellissimi i trattori della New Holland.
Andrea B.
Mi è piaciuto moltissimo il padiglione degli Emirati Arabi Uniti perché amo gli animali e ho potuto ammirare tanti pesci diversi in un acquario gigantesco.
Mi sarei bevuto volentieri una coca cola, perché faceva davvero caldo.
Lorenzo F.
… e la III (sempre Emanuele Artom di Torino) non è da meno
I padiglioni erano tutti belli e rappresentavano la cultura e lo stile dei rispettivi paesi inoltre le attività e i video su alimenti e acqua erano molto interessanti, esaustivi e nel contempo di facile comprensione.
Luca O.
Le culture si mescolano fra loro in un solo luogo e così si viaggia in paesi diversi in poco tempo, in più si possono assaggiare cibi provenienti da ogni angolo della Terra.
Ludovico M.
Le strutture sono molto belle ben realizzate, ma soprattutto sono caratteristiche del paese rappresentato dal padiglione. Ho trovato inoltre molto buono il cibo che ho potuto assaggiare.
Dodò L.
È favoloso, oserei dire strabiliante poter vedere l’intero mondo racchiuso in un’unica città.
Nicole L.
Mi ha colpito decisamente come ogni stato sia riuscito a racchiudere l’essenza di sé stesso in una struttura.
Carlotta H.
Mi è piaciuta tanto la gita all’Expo perché questa esperienza ha arricchito la mia cultura generale e ho approfondito la conoscenza di alcuni paesi.
Anna T.
All’Expo abbiamo scoperto che è meglio vivere per mangiare che mangiare per vivere.
Davide M. e Emanuele C
A me è piaciuto molto perché i padiglioni sono fatti bene e molte cose sono divertenti. Israele è fatto benissimo.
Sofia L.
Le cose che mi hanno colpito di più sono stati al padiglione zero il tavolo a forma di pancia e il vaso e poi senza dubbio l’albero della vita.
Denise
Abbiamo intervistato la II della scuola Artom di Torino:
Cosa vi ha colpito di più – nel bene e nel male – dell’Expo?
Filippo T: Notevole l’organizzazione dell’evento, la preparazione e la disponibilità del personale. Negativo invece il prezzo del cibo e la differenza di prezzo tra i vari padiglioni.
Gabriele T.: Vista l’immensità del sito, forse sarebbe stato utile pensare a un sistema di trasporti più capillare. La navetta perimetrale non era sufficiente. Peccato la lunga coda al padiglione italiano: ci ha fatto desistere dalla visita.
Francesco G.: Ho trovato banale e piuttosto noioso il padiglione USA. Però bellissima l’idea della fontana che nebulizzava i visitatori all’entrata. Mi ha molto colpito il padiglione del Brasile, perché era diverso dagli altri: non aveva video, ma prevedeva una grande rete sospesa, sulla quale i visitatori camminavano a notevole altezza dal terreno.
Daniel L.: Mi ha colpito molto il padiglione di Israele per la struttura e per i video interattivi. Anche il Kuwait era interessante nel percorso e bello esteticamente, sia dentro che fuori.
Sofia B.: Io ho apprezzato il film della bambina – Sara – nel padiglione degli Emirati. Mi aspettavo di vedere nel padiglione Zero una introduzione all’esposizione, legata al tema. Invece ci si è concentrati sugli aspetti storici e culturali, come la biblioteca. Come a dire che lo sviluppo culturale è legato al soddisfacimento dei bisogni materiali.
Michele G.: a me è piaciuto il padiglione Zero che racconta la storia alimentare della civiltà, dalle origini a oggi. Noi lo abbiamo lasciato per ultimo, perché abbiamo affrontato il percorso al contrario, per non trovare code.
Niccolò M.: Io invece ho apprezzato molto il padiglione USA: nel suo apparente disordine, in realtà rispecchia la mentalità americana, capace di accettare le diversità.
Gabriele P.: in alcuni padiglioni purtroppo non c’era l’aria condizionata e quindi faceva molto caldo. Ho apprezzato moltissimo la parte esterna del padiglione di Israele, dove illustrava l’importanza che la terra ha in Israele, per l’80% del territorio desertico.
Sofia B. : grazie al film degli Emirati, ho capito che anche un solo albero può fare la differenza. Quindi dobbiamo imparare a rispettare la natura, accettando anche i suoi limiti, come ad esempio la produttività del terreno o del mare.
Maria: con l’Expo ho potuto vedere quale significato ha la parola “cibo” per le varie nazioni e culture del mondo. Per esempio, nel padiglione della New Holland, si è associato il cibo con il lavoro dei campi, grazie alle macchine agricole altamente specializzate. Invece, gli Emirati associavano il cibo alla palma, ovvero alla presenza di alberi nel deserto da loro abitato.
Filippo T.: ho capito cose nuove, ma la cosa che mi ha colpito di più è stata come la scoperta di macchinari agricoli innovativi abbia dato a Israele la possibilità di un’agricoltura avanzata.
Daniel L.: Mi ha colpito molto un pensiero riguardo alla disponibilità di cibo… se le persone prendono dal pianeta il necessario per vivere, il cibo basta per tutti. Invece, se qualcuno ne prende troppo e lo spreca, la bilancia penderà sempre verso un maggior consumo dei Paesi ricchi. Ma anche un maggiore spreco. È necessario un’equa suddivisione dei beni, delle risorse. Forse si potrebbe fare come per la pesca, nei laghi di montagna: nessuno può pescare più di un numero stabilito di pesci. Così, anche per l’acquisto di cibo. Ma in effetti è difficilissimo.
Che soluzioni proponete?
Daniel L. e Gabriele T.: Bisognerebbe fare come nelle famiglie, in cui la sorella maggiore aiuta sempre la sorella minore, quando è in difficoltà. Così, se un paese ricco ha grandi risorse a disposizione, potrebbe prenderne il giusto e destinare il surplus a chi ne ha bisogno.
Niccolò: I paesi più ricchi dovrebbero accettare che il debito dei paesi meno ricchi almeno in parte si estinguesse. O si dilazionasse nel tempo. Se c’è la crisi, ci deve essere un sistema di aiuto collettivo, mondiale.
Sofia e Daniel: Bisognerebbe avere un albero o una pianta per ogni stagione, in modo che la natura coprisse sempre i bisogni alimentari della popolazione, in modo autosufficiente, senza dipendere da altri.
Ada Treves, DafDaf 58
(10 giugno 2015)