Il Vento che aspettiamo

angelica-calo-livne “…L’attesa è lunga. Da anni – per alcuni giovani, tutta una vita! – ormai attendiamo, più o meno passivamente, che qualcosa cambi, che le condizioni del nostro vivere diventino migliori e non si debba ascoltare unicamente il canto nefando delle notizie giornaliere o sottostare alla tossicodipendenza del ‘mi piace’.
Si rimane passivi di fronte ad un abbruttimento di tutte le sfere della vita quotidiana: dalla politica all’economia, dalla società alla famiglia. Si deve investire sulla parola, il Principio…”.
L’introduzione del Festival “Leggendo Metropolitano 2015” – che si svolge già da alcuni anni a Cagliari – si è rivelata profetica. In questi giorni di incontro inebriante tra le parole scritte e quelle narrate, c’era la carezza di un vento frizzante che ispira e risveglia, e si sentiva profumo di novità. Sotto alle torri, sui bastioni e all’ombra di ficus millenari, che narravano anch’essi, senza dire una parola… il vento di giugno parlava, rideva e sussurrava storie nello stormire delle fronde.
Ho conosciuto giovani poeti e scrittori che sanno toccare direttamente il cuore. Ho assistito ai tafferrugli di un gruppo di indottrinati che volevano impedire al Premio Nobel per la chimica Aaron Ciechanover, professore al Technion di Haifa, di esporre le sue scoperte rivoluzionarie sul dna perchè è un cittadino israeliano. Ho raccontato delle attività straordinarie di Israele nel campo dell’educazione interculturale, di donne per la riconciliazione, della facoltà illimitata di Israele di risorgere da ogni tragedia guardando avanti, con speranza e determinazione, senza dimenticare il passato. E tutto questo in una delle scenografie più meravigliose della mia vita: Via Santa Croce, in passato Via dei Giudei, nel cuore del vecchio ghetto ebraico, al tramonto del sole su un mare trasparente e scintillante.
Sì, ci siamo ancora e abbiamo ancora tanto da dare al mondo. Grazie quindi, da qui, da Pagine Ebraiche, dall’organo ufficiale delle comunità ebraiche italiane a Saverio Gaeta, anima di questo evento: grazie per il tuo coraggio, grazie per la visione di un futuro nuovo e migliore per tutti che ti dà la forza di vedere ciò che molti non riescono a vedere.
L’anno prossimo a Cagliari dunque, per un ‘principio’, con ‘Beresheet’, per calare insieme ai ragazzi ebrei, arabi, drusi, musulmani della Galilea, tutte le maschere che ancora ci opprimono!

Angelica Edna Calò Livne

(17 giugno 2015)