Il pericolo dell’indifferenza
“Se dovessi indicare il rischio più grande per l’ebraismo italiano direi l’indifferenza, il pericolo di non essere più percepiti dalla società”. È l’allarme lanciato dal sociologo Riccardo Grassi, direttore di ricerca della SWG, il prestigioso centro triestino che dal 1981 progetta e realizza ricerche di mercato, di opinione e studi di settore e che da anni collabora a stretto contatto con la redazione di Pagine Ebraiche.
“Ci troviamo in un momento di turbolenza, al centro di una serie di accadimenti che mostrano una discontinuità e un apparente sconquasso negli equilibri politici. Le ultime elezioni regionali in Italia sembrano aver fatto emergere grandi vincitori e perdenti ma se ci fermiamo ad analizzare i numeri nudi e crudi, sarà un altro elemento a dare nell’occhio: a votare questa volta sono stati quasi il 20% in meno, non delle persone aventi diritto, bensì di quelle che erano solite andare a votare. Un dato – ha spiegato Grassi – che rileva una perdita di committment, di impegno verso la società e la politica, non indifferente”.
Riguardo la rinascita dei consensi verso l’estrema destra e di partiti che soffiano sul fuoco del pregiudizio Grassi osserva: “Il rilancio della Lega Nord è emblematico: rivela la presenza di un nutrito gruppo di elettori che viene emotivamente mosso dalla paura, la paura dell’altro. Essendo all’opposizione la Lega ha potuto criticare il governo senza dover realmente rispondere alle domande”.
“Una responsabilità – conclude il sociologo – ce l’ha infine l’informazione: negli ultimi anni vince solo lo scandalo, i titoli sensazionalistici che seminano il panico. Bisogna lavorare sul recupero di un’etica”.
Temi toccati anche d Claudio Della Seta, caporedattore Economia al Tg5, nel suo saluto alla redazione. Un saluto che ha preso spunto dal recente intervento di Umberto Eco sui pericoli della demenza digitale e sulla “legione di imbecilli” che popolerebbe il web e che si è richiamato ai valori dell’etica ebraica come punto di partenza per chi svolge professionalmente l’attività giornalistica.
“Etica ebraica, etica dell’informazione, etica dell’economia: temi strettamente intrecciati, parte di un sistema complesso che sono certo animerà le vostre giornate” ha sottolineato Della Seta.
Parlare chiaro, sapersi distinguere, veicolare un messaggio forte e che sia appannaggio dell’intera collettività. Una sfida, ha spiegato il giornalista, “cui l’informazione nazionale ebraica non può evidentemente sottrarsi”.
(17 giugno 2015)