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Le comunità ebraiche della Penisola, per quanto piccole e diverse fra loro, condividono una storia comune lunga molti secoli. Migrazioni provenienti dall’Europa e dal bacino del Mediterraneo, spostamenti e ricollocazioni interne, scambi matrimoniali, società commerciali che operavano in diversi luoghi. E poi condivisione di tradizioni culinarie, rituali liturgici, linguaggi, oggetti. Tutto questo permette di considerare le donne e gli uomini che hanno popolato nei secoli queste comunità come una sola grande famiglia, che fra l’altro ha prodotto nel corso del tempo un numero incredibile di documenti d’archivio e un numero molto alto di pubblicazioni di vario tipo. Una parte di questa documentazione è conservata negli archivi e nelle biblioteche pubbliche, e ci sono esempi di eccellenza in questo senso nel campo della fruibilità. La sezione Manoscritti ebraici della Biblioteca Teresiana di Mantova ne è un ottimo esempio.
Moltissimi libri e un numero incredibile di documenti sono però conservati anche dalle numerose biblioteche e archivi delle comunità ebraiche italiane. Se consideriamo queste istituzioni come una rete unitaria, possiamo azzardare numeri notevoli: 100 mila titoli di libri e scritti di vario formato, centinaia di migliaia di documenti d’archivio. Un bene culturale di altissimo valore, che racchiude in sè straordinarie potenzialità. Si potrebbe lavorare a edizioni di inediti (molti già lo fanno), promuovere iniziative su singoli fondi archivistici, realizzare esecuzioni originali dell’immenso patrimonio musicale prodotto e inedito, studiare le glosse manoscritte che caratterizzano la gran parte dei testi ebraici antichi conservati. E tanto altro ancora. Purtroppo questo immenso patrimonio viene tutelato in maniera insufficiente, e ancor meno esso viene valorizzato. Sono pochissime le comunità ebraiche che spendono strutturalmente per mantenere aperte biblioteche e archivi, e anche le istituzioni nazionali fanno relativamente poco per rendere fruibile questo autentico tesoro. In controtendenza, un mese fa la Fondazione per i Beni Ebraici in Italia ha organizzato a Venezia un primo seminario di coordinamento delle biblioteche e degli archivi ebraici italiani. Ne sono emerse molte informazioni e diverse idee. E un grande e condiviso entusiasmo volontaristico, unito a competenze di altissimo livello. Io penso che una delle priorità dei nuovi consigli di comunità recentemente rinnovati, assieme agli organismi dell’ebraismo italiano a livello nazionale, debba essere quella di promuovere la tutela, l’apertura continuata e lo sviluppo di attività di questa pregevole rete di tesori, che racchiudono l’anima della tradizione e della storia ebraica in Italia.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(19 giugno 2015)