Usa, lotta al razzismo
Molti gli interrogativi che scuotono gli Stati Uniti dopo la strage di Charlestone, compiuta venerdì scorso da un fanatico del suprematismo bianco che ha ucciso otto persone, tutte afroamericane. “Non ho scelta, devo farlo” annunciava l’assassino sul suo blog, in cui definiva i neri “stupidi e violenti…Hanno un quoziente dl Intelligenza basso…La segregazione non è una cattiva cosa è una misura difensiva” (Corriere della Sera). Deliri condivisi sul suolo statunitense da diverse organizzazioni razziste e in favore della supremazia bianca, come racconta Vittorio Zucconi su Repubblica. “L’aggressività, la virulenza sono in aumento – spiega Zucconi – e almeno cento negli ultimi cinque anni sono state le vittime di ‘hate killings’, di omicidi condotti per puro odio razziale. Inclusi ebrei, sempre ben presenti nella mitologia del “Bianco Anglosassone Protestante” insidiato da afroamericani, “razze inferiori” assortite, “meticci”, ‘latinos’, omosessuali. Da chiunque non corrisponda all’ideale del perfetto “ariano” americanizzato”.
La Capitale e la protesta del Family day. Manifestazione ieri a Roma, organizzata da diverse associazioni cattoliche, per protestare contro le unioni civili. “Fermiamo nozze e adozioni gay”, uno degli slogan più presenti in piazza San Giovanni, teatro dell’iniziativa promossa dal Comitato “Difendiamo i nostri figli” che annovera tra le sue richieste l’abolizione della legge 194 sull’aborto. “Una piazza enorme, anche se forse il milione non c’è. Una piazza di fedi, rosari e parole d’ordine. Si unisce nel grido: ‘No alle adozioni per i gay, no alle unioni civili’. Intransigenti e felici di esserlo”, scrive il quotidiano Repubblica che in un altro pezzo dedicato alla manifestazione titola “Preti, imam suore e rabbini la santa alleanza delle religioni”, riportando, tra gli altri, l’invio di un messaggio agli organizzatori del Family Day da parte del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. “La vostra manifestazione è importante perché indica la necessità di non travolgere culture e fondamenti consolidati in nome di nuove ideologie – il massaggio di rav Di Segni – Dobbiamo tutti insieme lavorare per stabilire modelli condivisi e rispettosi della sensibilità, delle tradizioni, delle differenze e delle sofferenze”.
Iran, l’accordo che non c’è. Il 30 giugno scade il termine per la conclusione dell’accordo sul nucleare iraniano condotto dal gruppo dei 5+1 (Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania) con Teheran. Sul Sole 24 Ore, Alberto Negri spiega quali sono gli interessi in gioco e i rapporti del presidente Usa Barack Obama con chi questo accordo non lo vuole. “A un’intesa è ostile lo stesso Congresso Usa, dove la maggioranza repubblicana tenta di soffocare un presidente debole che con questo accordo potrebbe lasciare un’eredità tangibile in politica estera – scrive Negri – Non la vogliono neppure Israele e l’Arabia Saudita, che pur non avendo relazioni diplomatiche da un anno si incontrano, neppure tanto segretamente, per far saltare l’accordo”.
Sulla scrivania di Primo Levi. “Scattata nel 1986, una foto di Gianni Giansanti mostra Primo Levi al suo tavolo di lavoro. Con la macchina da scrivere elettrica solidamente posizionata davanti a lui, e poco distante il computer Macintosh – intrigante compagno di gioco, oltreché di «videoscrittura» – che ebbe una parte non piccola nell’ultimo scorcio della sua vita”, scrive Sergio Luzzatto sul Sole 24 Ore, raccontando la storia di un testo inedito dello scrittore torinese dal titolo “Primo Levi – Lo scrittore non scrittore”.
Il Bds e Israele. Quali sono le conseguenze del movimento di boicottaggio contro Israele promosso dai palestinesi? A interrogarsi sull’effetto del Bds, Fiamma Nirenstein sul Giornale secondo cui questo movimento colpisce Israele, la possibilità di un trattato di pace e “può danneggiare tutto il mondo dal punto di vista scientifico, culturale, economico, della lotta contro il terrorismo,e anche dal punto di vista morale più profondo”.
Bergoglio al tempio dei valdesi. Domani per la prima volta nella storia un pontefice metterà piede in un tempio valdese, scrive La Stampa raccontando l’imminente visita di Bergoglio su cui riflette – sempre sulle pagine del quotidiano torinese – il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini. “Noi ‘eretici’, lo accogliamo come un fratello”, l’apertura di Bernardini al papa.
Italia e l’emergenza profughi. Secondo il capo di stato maggiore della Difesa Claudio Graziano il blocco navale in Libia per cercare di fermare l’arrivo di profughi sulle coste italiane è “controproducente. Siccome in nessun caso viene meno il dovere di salvare le vite dei naufraghi, i barconi punterebbero contro le navi del blocco”. Intervistato da Aldo Cazzullo sul Corriere, Graziano parla anche della minaccia del terrorismo in Italia e della situazione della sicurezza, ricordando l’impegno delle forze dell’ordine a difesa delle comunità ebraiche sul territorio.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(21 giugno 2015)