…demografia
Secondo una notizia riportata da alcune testate, fra cui Yediot Aharonot e il Times di Londra, il popolo ebraico avrebbe recuperato le dimensioni demografiche che esistevano prima della Shoah.
Bibi Netanyahu si è affrettato a citare la notizia definendola incoraggiante. Purtroppo si tratta di una classica papera giornalistica in cui – come nel gioco del telefono senza fili – uno studio già esistente viene citato in modo impreciso da un rapporto di ricerca, che a sua volta viene commentato con parole approssimative da un giornalista, a cui infine un titolista appone un titolo che poco ha a che fare col testo. Tutto questo è avvenuto questa settimana in occasione della pubblicazione del rapporto annuale, peraltro interessante, del JPPI – il Jewish People Policy Institute a Gerusalemme.
In realtà l’odierna popolazione ebraica mondiale è valutata a 14,3 milioni, di cui 6,2 in Israele, mentre alla vigilia della seconda guerra mondiale gli ebrei nel mondo erano 16,5 milioni. I ritmi di crescita sono completamente diversi in Israele dove continua un notevole incremento naturale accompagnato da una certa ripresa dell’immigrazione, con un aumento totale dell’1.85% nel 2014, e nella Diaspora, dove invece continua a prevalere una lenta erosione (-0,22% nel 2014). Il peso di Israele sul totale mondiale della popolazione ebraica dunque continua ad aumentare e costituisce oggi il 43,5%. Tutto questo appare nella prossima edizione dell’American Jewish Year Book.
Quanto al ritorno alle dimensioni antecedenti la Shoah, le proiezioni demografiche indicano che ciò non è impossibile, ma ci vorranno ancora almeno trent’anni, sempre supponendo che le tendenze attualmente in corso non cambino radicalmente.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(2 luglio 2015)