Sir Nicholas Winton (1909-2015)
“Quale è stato il momento più emozionante della mia vita? Quando mi sono ritrovato faccia a faccia con i bambini che avevo salvato, dei bambini oramai divenuti adulti”.
Per cinquanta anni Sir Nicholas Winton aveva mantenuto un segreto. Per cinquanta anni non aveva rivelato a nessuno il gesto eroico con il quale, nel 1939, aveva portato in Inghilterra 669 bambini ebrei della Cecoslovacchia, salvandoli dalla deportazione e dalla morte certa. Un silenzio mantenuto fino a quando, nel 1988, sua moglie Grete si ritrovò tra le mani un vecchio quaderno sul quale erano scarabocchiati dei nomi dei bambini accompagnati da foto e documenti (testimonianza ora conservata allo Yad Vashem di Gerusalemme) e gli chiese spiegazioni.
È a quel punto che, Winton invitato dal programma della BBC “That’s life” si ritrova inconsapevolmente seduto accanto ad una delle ex bambine che li devono la vita. Dopo averla abbracciata timidamente (nell’immagine), la presentatrice invita il pubblico ad alzarsi in piedi e mostra allo “Schindler inglese” altre decine di ex ragazzi oramai anziani, e Winton non riesce a trattenere le lacrime.
Nato nel 1909 ad Hampstead da una famiglia tedesca di origine ebraica, Nicholas Winton si è spento ieri a 106 anni nel Berkshire. A ricordare il suo valore sono stati, tra gli altri, il premier inglese David Cameron che attraverso Twitter ha dichiarato: “Il mondo ha perso un grande uomo, non dobbiamo mai dimenticarlo”, ma anche l’esponente del partito laburista David Miliband, di origine ebraico-polacca, che ha scritto: “Winton è stato un eroe umile e onorevole”.
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha poi espresso l’eterna gratitudine che il popolo ebraico e lo Stato di Israele devono a Winton: “In un mondo macchiato dalla malvagità e l’indifferenza, si è dedicato a salvare innocenti e indifesi”.
Messaggi di cordoglio sono poi stati espressi dal rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis: “Sir Nicholas è stato una delle persone più grandiose che abbia mai incontrato. La sua perdita segnerà profondamente il mondo ebraico” e dall’ex rabbino capo Jonathan Sacks: “è stato un eroe dei nostri tempi ed è ancora più impressionante il fatto che non abbia mai cercato onori o riconoscimenti. I nostri saggi dicono che chi salva una vita salvi il mondo intero. Sir Nicholas ha salvato centinaia di mondi”.
Ma facciamo un passo indietro: nell’inverno del 1938 Nicholas Winton lavora in banca ed è diretto in Svizzera per una vacanza sulla neve. Dopo aver parlato con l’amico socialista Martin Blake decide però di cambiare i suoi programmi e lo raggiunge in Cecoslovacchia per aiutare i profughi dei Sudeti, rifugiati in condizioni disastrate. È a quel punto che si rende conto che l’avanzata tedesca è vicina e il pericolo per gli ebrei del Paese è sempre più imminente. Si batte allora con forza per fare in modo che l’Inghilterra accetti di accogliere i bambini ebrei cechi, avviando quella che sarà conosciuta come l’operazione Kindertransport. Operazione, già realizzata in Austria e Germania, che prevedeva l’accesso solo ai ragazzi fino i 17 anni dotandoli di un permesso provvisorio. Una sfida che comportò sforzi e pericoli per Winton che dovette impiegare una grande quantità di denaro e stringere relazioni segrete con la Gestapo per fare in modo che tutto filasse liscio. Dovette organizzare poi la logistica del trasferimento in tutto e per tutto, procurarsi documenti falsi e raccogliere i fondi necessari, supportato anche dall’aiuto della madre.
Il primo viaggio della salvezza partì finalmente il 14 marzo 1939, esattamente lo stesso giorno nel quale Hitler dichiarò la Boemia e la Moravia sotto il protettorato tedesco. Dopo quel primo successo seguirono altri 8 treni carichi di bambini, più di 600, fino a quando il 1 settembre venne chiusa la frontiera in seguito all’annessione della Polonia.
Da quando il suo coraggio fu rivelato, il mondo non mancò di rendergli omaggio: nel 2003 Winton ha ricevuto dalla regina Elisabetta il titolo di Cavaliere e nel 2010 è stato nominato eroe dell’Olocausto dal governo inglese. Nella stazione di Praga, all’altezza della banchina 1, sorge una statua in suo onore che lo rappresenta in piedi con un bambino in braccio e una bambina al fianco.
Una vita, quella di Sir Nicholas Winton, fatta di grandi gesti e altrettanta ritrosia a prendersene il merito. In una intervista al New York Times infatti raccontava: “Quando mi chiedono perché l’ho fatto, rispondo: perché le persone fanno cose differenti? Semplicemente perché c’è chi decide di prendersi dei rischi e chi per tutta la vita cerca di evitarli”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(2 luglio 2015)