… natura
Il testo proposto da papa Bergoglio a proposito di una riflessione sulla natura e il ruolo dell’uomo nel mondo del creato non può lasciare indifferenti. Esso contiene – come ovvio – un allarme sentito sulle condizioni del nostro Pianeta e sul modo in cui l’uomo si comporta in relazione alla gestione delle risorse naturali. Fra le altre cose, mi sembra una interessante novità il capitolo non marginale che Francesco dedica alla citazione delle fonti bibliche, poste al centro della sua riflessione.
Gli ebrei com’è noto non hanno un papa, ma le riflessioni su questo argomento non sono mancate nel tempo, anche in anni recentissimi. La Giornata Europea della Cultura Ebraica nel 2013 era stata proprio dedicata al tema “Ebraismo e Natura”, e le numerosissime manifestazioni organizzate allora avevano posto l’accento sulla fondamentale, quasi ossessiva attenzione con cui le fonti ebraiche si occupano del rapporto fra l’uomo e la natura. Mi ha colpito in particolare la straordinaria relazione proposta ancora nel 1974 dal rabbino Elio Toaff z”l che può a tutti gli effetti essere considerata alla stregua di una “enciclica” ebraica per la ricchezza delle fonti elencate e citate e per la profondità del messaggio, che a suo tempo conteneva elementi di grande coraggio politico e civile. “Per correggere seriamente tutti gli errori commessi contro la natura – scriveva Toaff – occorre prima trovare i mezzi per liberare l’animo umano da quegli elementi che lo hanno così gravemente inquinato da fargli perdere la nozione della funzione dell’uomo nel mondo.” E concludeva citando un Midrash da Kohelet Rabbà, VII-28: “Dio disse all’uomo: guarda le mie opere come sono belle e degne di lode! Tutto quanto io l’ho creato per te. Stai attento a non rovinare o a distruggere il mio mondo perché, se farai così, non ci sarà dopo di te chi potrà porre rimedio ai tuoi danni”.
Gadi Luzzatto Voghera, storico
(3 luglio 2015)