Qui Bologna – Il Memoriale prende forma
Sarà un gruppo di cinque giovani architetti italiani a curare il progetto per la realizzazione del Memoriale della Shoah di Bologna: l’idea di Onorato di Manno, Andrea Tanci, Gianluca Sist, Lorenzo Catena e Chiara Cucina di realizzare un installazione fortemente evocativa al centro della piazza, posizionando uno vicino all’altro due imponenti muri che andranno a formare un passaggio angusto, è stata scelta dalla giuria del Memoriale tra i quasi trecento progetti che hanno partecipato al bando indetto lo scorso gennaio. “Sono riusciti a trasmettere grande emozione ed energia”, spiega Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna, tra i promotori del progetto. Al fianco della Keillah bolognese, ad impegnarsi nell’iniziativa del Memoriale, oltre all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il Comune di Bologna, l’Ordine degli Architetti di Bologna e le Ferrovie dello Stato.
“Una struttura spaziale in grado di coinvolgere la cittadinanza, invitandola ad entrare in una dimensione esperienziale particolare, legata alla Memoria, attraverso uno spazio che trasmette un senso pressante di angoscia”, commenta De Paz. “Il progetto – aggiunge – soddisfa le indicazioni del bando, rispondendo all’esigenza di privilegiare soluzioni che inducessero la cittadinanza a porsi domande sul senso della Memoria, senza preoccuparsi di fornire risposte univoche o obbligate”. Il Memoriale sorgerà nella nuova piazza tra via Carracci e il ponte di via Matteotti, luogo di transito che connette la città storica all’espansione urbana di inizio ‘900, e che una volta completata sarà uno dei punti di accesso per la nuova stazione Alta Velocità, divenendo uno snodo ancora più frequentato. Il monumento offrirà così spunti di riflessione alle molte persone che si troveranno a passarvi in mezzo, anche per breve tempo.
Al concorso hanno partecipato 284 progetti, per un totale di 700 progettisti, il cui 30 percento veniva dall’estero. “Non c’è stata una prevalenza di partecipanti da specifiche aree geografiche, ma un coinvolgimento di moltissimi paesi diversi”, spiega De Paz. Inoltre più della metà dei progettisti coinvolti sono giovani, un elemento di grande soddisfazione per il presidente, che sottolinea come l’iniziativa venga così a costituire un’occasione, “promuovendo l’attività di un gruppo di giovani professionisti”, come dimostra anche il risultato della selezione.
La commissione giudicatrice, presieduta da Peter Eisenman, autore del Memoriale della Shoah di Berlino – con Rabbi Felipe Goodman, del Temple Beth Shalom di Las Vegas, uno dei finanziatori del concorso, Maura Pozzati del Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Francesco Evangelisti del Comune di Bologna, Gianfranco Maraniello, direttore del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Victor Magiar consigliere UCEI e Simone Cola del Consiglio Nazionale Architetti – ha selezionato i progetti in due fasi. Alla seconda ne sono arrivati solo quattro, tra cui, oltre al vincitore, anche quello presentato da Zvi Hecker, l’architetto israeliano, berlinese d’adozione, che ha realizzato il Museo della storia di Palmach, Tel-Aviv, a cui è stata assegnata una menzione speciale. “La partecipazione di Hecker è un ulteriore motivo di soddisfazione, in quanto testimonia l’interesse dell’iniziativa anche per figure di spicco a livello mondiale”, afferma De Paz.
Vincitori e menzionati si ritroveranno tutti all’evento di premiazione e presentazione dei progetti, che verranno allestiti in una mostra dedicata ospitata presso la piazza coperta di Sala Borsa, nella sede storica del Comune di Bologna, il 6 settembre, in occasione della Giornata della Cultura Ebraica.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(3 luglio 2015)