L’accordo sul nucleare iraniano
Netanyahu: “Intesa con Teheran un errore dalla portata storica”

mogherini zarifUn accordo storico. Così il capo della diplomazia europea Federica Mogherini e il ministro degli Esteri dell’Iran Mohammed Javad Zarif hanno definito l’intesa raggiunta oggi tra le potenze del 5+1 (Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia più la Germania) e Teheran sul nucleare iraniano. “Quello che abbiamo di fronte a noi, oggi, – ha dichiarato Mogherini da Vienna, nel corso di una conferenza congiunta con il ministro Zarif – è il risultato del duro lavoro di chi si è impegnato per settimane, giorni, notti, mesi e anni, in alcuni casi”. Per l’Alto rappresentante agli Esteri dell’Unione Europea, l’accordo, ideato per evitare che l’Iran si doti di un’arma nucleare, non concerne solo quest’ultimo ma “può aprire la strada a un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali e dimostra che la diplomazia, il coordinamento, la cooperazione possono superare decenni di tensioni e scontri”. Anche il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito “storico” l’accordo siglato oggi con il regime degli Ayatollah ma secondo un’interpretazione completamente opposta: “si tratta di un brutto errore dalla portata storica”, ha affermato Netanyahu, ribadendo che Israele cercherà di fare appello al Congresso americano perché ne blocchi l’approvazione da parte di Washington. Dalla Capital City arrivano intanto le rassicurazioni del presidente Usa Barack Obama, che parlando dell’intesa di Vienna, ha dichiarato “Grazie a questo accordo l’Iran non sarà in grado di sviluppare la bomba atomica, se Teheran dovesse violarlo tutte le sanzioni saranno ripristinate e ci saranno serie conseguenze”. Netanyahu, di contro, ha ricordato agli alleati americani come non si possa riporre la propria fiducia nell’Iran degli Ayatollah, un paese “che brucia le bandiere americane e israeliane e urla ‘morte all’America’” (il riferimento del premier israeliano alla recente manifestazione svoltasi in diverse città iraniane contro Israele e Stati Uniti). A rispondergli, in un botta e risposta a distanza, ancora Obama: L’intesa “non si basa sulla fiducia, ma sulle verifiche – ha assicurato il presidente americano – gli ispettori saranno in grado di accedere a tutti i siti sospetti e saranno in grado di verificare” quanto deciso nell’accordo. Poi un altro messaggio al governo di Gerusalemme e agli avversari repubblicani, annunciando che “Porrò il veto a qualsiasi legge che impedirà l’attuazione dell’accordo”.
A parlare in queste ore è stato anche il presidente iraniano Hassan Rohani, che ha prima applaudito all’accordo per poi lanciarsi in un attacco contro Israele. “I tentativi sionisti di affossare l’accordo sono falliti”, ha dichiarato Rohani, riferendosi agli appelli di Gerusalemme alle potenze occidentali di fermare le trattative con l’Iran, paese che finanzia i movimenti terroristici di Hezbollah e Hamas.
Da qui molti dei timori di Israele, che ha ricordato al gruppo dei 5+1 le minacce provenienti da Teheran, che più volte ha invocato la distruzione dello Stato islamico.
Netanyahu e il ministro degli Esteri Moshe Yaalon, assieme ad altri esponenti del governo, hanno profondamente criticato il piano siglato a Vienna, affermando che non eviterà che l’Iran si doti della bomba nucleare ma anzi faciliterà la sua rincorsa per ottenerne una. Il primo ministro ha anche chiesto a tutte le ali politiche di unirsi al suo tentativo di bloccare l’accordo. Un appello arrivato dopo le critiche ricevute dal capo dell’opposizione Isaac Herzog e dal leader di Yesh Atid Yair Lapid: l’aver messo in crisi i rapporti con l’amministrazione americana ha portato a questa situazione, in cui Israele è rimasta esclusa dai negoziati, il concetto espresso sia da Herzog che da Lapid. Il riferimento è ai duri scontri tra Netanyahu e Obama degli scorsi mesi proprio sulla partita iraniana. Scontri che con ogni probabilità si rinnoveranno visto l’annuncio della diplomazia israeliana di voler far sentire la propria voce a Washington.

d.r.

(14 luglio 2015)