J-Ciak – La principessa Shaw
Samantha ha 38 anni. Vive a New Orleans e lavora in una casa di riposo. Il suo sogno è la musica: scrive canzoni, canta e rincorre la grande occasione. Una dopo l’altra le porte però le si chiudono in faccia e lei riversa le delusioni, la solitudine e la sua voglia d’amore nelle canzoni che posta su youtube. Sono pochi a seguire Princess Shaw, come lei si è ribattezzata, finché un giorno la sua meravigliosa voce è intercettata da Kutiman.
Lui, al secolo Ophir Kutiel, è un musicista israeliano diventato famoso per la sua straordinaria abilità a mixare, nel più puro spirito del free culture movement, video e materiali trovati on line. Il resto è storia, o forse favola. Diventata un film, “Thru You Princess” diretto da Ido Haar, appena presentato al Jerusalem Film Festival, che narra come Princess Shaw è diventata la voce del nuovo progetto musicale di Kutiman “Thru You” (uscito nel 2009) e nel giro di un clic si sia trasformata in una star globale, con tanto di concerto al teatro Habima a Tel Aviv.
Il documentario (Israel, 78’) mette in scena lo strano incontro fra due mondi agli estremi della vita. Da un lato c’è Samantha, un’infanzia di abusi alle spalle, rassegnata all’anonimato e alle strettoie di una vita modestissima in uno dei quartieri poveri di New Orleans. Dall’altro Kutiman, artista raffinato nato a Gerusalemme e cresciuto a Zichron Yaakov, che ha lavorato con Stephen e Damien Marley. Lui ha un album di esordio di buon successo e dal computer di casa inizia a immergersi nel web, lavorando a intrecciare le performance di sconosciuti in nuove creazioni audiovisuali.
È lì che scopre Princess Shaw e rimane incantato dalla sua voce e dalla sua profonda energia. Vi aggiunge pianoforte, basso, chitarra e quant’altro serve, pescando dai milioni di post che inondano la rete. Ci lavora un paio di mesi e proprio quando Samantha, ormai scoraggiata, è sul punto di mollare le invia il link della canzone. Lei, che non ha la più pallida idea di chi sia Kutiman (né tanto meno dove sia Israele), per la prima volta sente se stessa cantare accompagnata da una vera e propria band e, incredula, assiste al miracolo dei suoi follower che si moltiplicano a ritmi vertiginosi.
In due settimane il progetto – intitolato “Thru You” – totalizza dieci milioni di visualizzazioni. Abbastanza perché il nome di Kutiman e quello di Princess Shaw rimbalzino sul New York Times, sull’Huffington Post e perché il Time lo annoveri fra le cinquanta migliori invenzioni del 2009.
La storia finisce con lei in concerto a Tel Aviv assieme a Kutiman e alla sua band e lui a New York a suonare a un’inaugurazione al Guggenheim Museum. E continua oggi con un documentario coloratissimo, al tempo stesso divertente e commovente, che è già stato acquistato da France Télévision, da Cbc Canada, dalla svedese Svt e dall’olandese Vpro.
Il film “Thru you” può essere letto a più livelli. Il primo, quello più accessibile, racconta come due mondi profondamente diversi e due personaggi agli antipodi possano incontrarsi in nome del comune amore per la musica. Il secondo livello, forse più complesso, è legato al tema della creatività ai tempi di internet.
L’uso che ne fa Princess Shaw è piuttosto immediato: scrive la sua musica e la posta per condividerla. Molto più sofisticato l’approccio di Kutiman, che dalla miriade di materiali estrae una sinfonia che finisce per essere al tempo stesso personale e collettiva. “Thru You”, come i lavori che lo hanno seguito, esemplifica a perfezione ciò che il free culture movement da anni va sostenendo e cioè che il copyright, nella sua accezione tradizionale, ha fatto il suo tempo. Non a caso lo storico sostenitore dell’open source Lawrence Lessig davanti a “Thru You” ha ribadito ancora una volta che è impossibile pensare di affrontare il web armati delle vecchie logiche per cui chi produce è l’esclusivo detentore di tutti i diritti. “Servono nuove idee”, ha detto. Ma Princess Shaw e Kutiman in qualche modo l’ha sempre saputo.
Daniela Gross
(16 luglio 2015)