Oltremare – Le due città

danielafubini2Il 17 novembre del 1873 le due città ungheresi di Buda e Pest vennero unificate e presero il nome di Budapest. In mezzo gorgogliava pacifico il Danubio, da pochi anni celebrato da Strauss con il suo valzer, ma chissà se a Buda e Pest si sapeva già di quel che capitava a monte, sulla scena musicale viennese. Un gran peccato che non ci sia nessuno in grado di raccontare che effetto abbia fatto, quella unificazione.

Il 19 agosto del 1950 altre due città vennero unificate, in luoghi molto meno austro-ungarici: Tel Aviv e Yafo. Non suona bene fuso, come Budapest, ma di fatto è una città sola. Nessun Danubio a dividerle, nessun fiume in generale; da inizio secolo un mondo nuovo si era fatto spazio, affondando fino alle ginocchia nella sabbia fuori dalle mura, al nord del porto antico, popolato in maggioranza da arabi. La città nuova, la città degli ebrei, nel ’50 era ormai molto più che la strada modello far west che era stata, con tutte le case in una fila su Rothschild Boulevard e dietro il nulla. Tel Aviv aveva preso forma e in fretta, si costruiva a ritmi per nulla mediorientali, si piantavano alberi, si facevano i bagni al mare.

Non conosco nessuno che nel 1950 vivesse già a Tel Aviv-Yafo, ma mi riprometto di rivolgermi per strada a qualunque vecchietto (qui usa così), per chiedere se di quella unificazione amministrativa si fossero accorti. Perché chi vive oggi a Tel Aviv ha ben presente di non vivere a Yafo. Il confine impalpabile fra le due città, la vecchia e la nuova, la araba e l’ebraica, è ancora lì, da qualche parte a sud del shuk HaCarmel. Non c’è bisogno di spingersi fino al quartiere malfamato di Ajami per sentir parlare in arabo, d’accordo. Basta andare in qualunque ristorante, farmacia o ipermercato. E il negoziante che vende frutta e verdura letteralmente a peso d’oro nelle centrali Weizmann o Ivn Gvirol, è ‘l’arabo’, e vende pompelmi Jaffa orgogliosamente israeliani. Almeno in negozio, i confini non contano nulla.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(20 luglio 2015)